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Crevalcore

E un comune dell' Emilia-Romagna, in provincia di Bologna, con 13.127 abitanti e ha una superficie di 102,65 Kmq. Si trova a 20 metri sopra il livello del mare, nella Pianura Padana. Confina con la provincia di Modena e la provincia di Ferrara. Ha un'economia in prevalenza legata all'agricoltura, ma sono presenti anche alcuni stabilimenti industriali nella zona Beni Comunali. Famose a livello regionale sono la patata di Bologna, prodotte anche nel comune e le perine di Crevalcore.

Storia

Del toponimo Crevalcore sono state fornite diverse e contrastanti spiegazioni etimologiche. Con l'espressione castrum alterum il Sigonio si riferisce alla costruzione di un secondo castello compiuta dal Comune di Bologna fra il 1226 e il 1231 dopo la completa distruzione del precedente ad opera delle truppe dell'imperatore Federico II nel 1219. Nel 1239 nuovamente fu investito dalle milizie di Federico II, occupato e incendiato. Dopo un'ulteriore ricostruzione il Senato bolognese considerò l'opportunità di un più rapido collegamento con Bologna che avrebbe permesso l'invio di rinforzi con maggiore celerità; tra il 1245 e il 1250 fu tracciata la nuova strada che, congiungendo in linea retta Borgo Panigale con Persiceto e Crevalcore, prese il nome di Persicetana. Il XIV secolo fu particolarmente ricco di scontri, assalti, colpi di mano, sia nelle contingenze delle lotte tra Geremei e Lambertazzi sia a causa dell'occupazione viscontea. I Pepoli, cedendo il dominio di Bologna ai Visconti, si erano riservati i castelli di Persiceto e Crevalcore, ma Giovanni da Oleggio. Deciso a recuperare Bologna, di cui l'Oleggio si era proclamato signore nel 1359 dopo la morte dell'Arcivescovo, Bernabò Visconti, giunto con un esercito, prese Crevalcore; Bologna era stata nel frattempo ceduta al Papa e il Legato pontificio, cardinale Egidio Albornoz, si era attestato a Persiceto. Per alcuni anni si ebbe una situazione di tensione con scaramucce e scontri finché, avendo la meglio le truppe pontificie, il Visconti fu costretto a ritirarsi. A Crevalcore si svolsero nel 1364 le trattative di pace, concluse con la cessione del castello al Legato. Nel 1389, in previsione di un attacco visconteo, essendo il più esposto dei castelli bolognesi, era stato nuovamente fortificato, rinforzato il palancato di travi che lo cingeva e rinsaldato il terrapieno. Nel 1578 il conte Giovanni Pepoli, complice il Consiglio della Comunità, usurpò una quota dei beni della Partecipanza, che entrò in crisi, come risulta da due volumi di cabrei conservati nell'Archivio comunale, nel XVII sec. Nel '700 la vita crevalcorese appare consumarsi nella tranquillità del quotidiano, scandita dal lento succedersi delle processioni religiose e non toccata che marginalmente da un episodio militare della guerra di successione austriaca, gli avvenimenti del 1796 le conferiranno un'impronta decisamente più dinamica. Con la creazione della Repubblica Cispadana il paese fu incluso nel dipartimento dell'Alta Padusa che ebbe per capoluogo Cento, ma i cambiamenti di maggior rilievo sotto il profilo economico furono dati dalla soppressione delle Compagnie religiose, quasi tutte titolari di un patrimonio immobiliare di una certa entità. Il paese, che riprese a chiamarsi Crevalcore, dopo che un decreto papale del 1857 gli aveva inopinatamente imposto il nome di Buonocore, fu per un breve periodo aggregato alla provincia di Ferrara. Mentre fu sindaco Antonio Michelini vennero costruiti il nuovo municipio e il cimitero, poco più tardi il Teatro Comunale e l'asilo infantile. Tra il 1870 e il 1874, sia per motivi igienici sia per ragioni di decoro ambientale, vennero riempite le antiche fosse e spianati i terrapieni difensivi. Ciò permise di dar lavoro a un grande numero di braccianti allentando momentaneamente le tensioni sociali. Scarsità di lavoro e aumento della popolazione provocarono nell'ultimo trentennio del secolo l'emigrazione di un buon numero di famiglie verso il continente americano, intanto nacquero forme di solidarietà collettiva come la Società Cooperativa di Consumo (1874) e la Società di Mutuo Soccorso fra Artigiani ed Operai (1883). Il partito Socialista ottenne subito una nutrita schiera di adesioni, tali da portarlo, nel 1906, alla conquista del Municipio. Il progetto di bonifica delle valli, elaborato nel 1911 con la creazione del Consorzio di Bonifica Cavamento Palata, avrebbe dovuto servire a creare nuove occasioni lavorative, ma non decollò che nel 1918, in una situazione ben presto resa esplosiva per gli scioperi e la reazione del padronato che aveva preso a finanziare le prime bande fasciste. L'amministrazione socialista era stata particolarmente attiva nel settore dei servizi: al 1912 risale l'impianto della prima cabina elettrica; al 1913-14 risale la costruzione dell'acquedotto. Il 28 aprile 1921 una banda di squadristi attaccò il Municipio per intimidire l'amministrazione e nel maggio 1922 questa fu definitivamente costretta a dimettersi. Nello stesso periodo i fascisti occuparono la Casa del Popolo e la destinarono a sede del fascio. Con la liquidazione del movimento cooperativo fu completato lo smantellamento dei centri di aggregazione operaia e l'opposizione al regime soffocata.

Da vedere

Teatro Comunale - inaugurato nel 1881 e costruito su progetto dell’ing. A. Giordani. L’interno è decorato con motivi floreali da Gaetano Lodi ornatista di corte dei Savoia. Il sipario è del bolognese Faccioli e raffigura Marcello Malpighi alla corte del granduca Leopoldo II di Toscana.

Palazzo Comunale - nel 1867-68 su progetto di Luigi Ceschi. Diversi ambienti furono decorati da Gaetano Lodi ma poche sono le decorazioni superstiti. Qui, nel palazzo comunale, è collocato l’archivio storico di notevole importanza per la presenza tra l’altro delle mappe storiche chiamate Cabrei della famiglia Pepoli.

Castello di Galeazza - costruito nel XIV sec. fu rifatto nella seconda metà del 1800 da Galeazzo Pepoli.

Villa Ronchi - situata nell’omonima località, è composta da un palazzo padronale del XVI sec. ed un’elegante chiesa settecentesca a pianta ellittica. Oggi Villa Ronchi, acquisita al patrimonio dell’Amministrazione Comunale è un centro espositivo e culturale di grande pregio.

Castello di Palata Pepoli - costruito intorno al 1540 conserva i caratteri di residenza nobiliare di campagna. Di proprietà della famiglia Pepoli passò nel corso del 1800 alla principesca famiglia Torlonia che divenne proprietaria anche di larga parte del territorio della frazione di Palata Pepoli.

Torre della Guisa - torre cinquecentesca con due ordini di cornicioni ed oratorio settecentesco.
Palazzo di Bevilacqua: Costruito dal conte Onofrio Bevilacqua nella seconda metà del 1500.

Museo Civico Leo Preti - e’ il museo dei burattini più piccolo del mondo. La collezione comprende circa un centinaio di burattini con maschere, diavoli, animali, maghi, streghe, fate e gentildonne, oltre ad una ricca raccolta di fondali.

Come arrivare

In auto: dalla A1 il Comune di Crevalcore è raggiungibile uscendo dal casello di Bologna Borgo Panigale, da dove poi occorre seguire le indicazioni per la Strada Statale 568 in direzione San Giovanni in Persicelo - Crevalcore.

In treno: linea ferroviaria Bologna - Milano.

In aereo: aeroporto di Bologna.

Tipologie