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Bomarzo

Bomarzo è un comune di 1.725 abitanti in provincia di Viterbo, della regione Lazio. Sorge a 263 metri sopra il livello del mare e ha una superficie di 39,9 chilometri quadrati. E situato tra le estreme pendici nord-orientali dei Monti Cimini e l'ampia vallata del Tevere. Confina a nord con il Comune di Graffignano, a est con la regione Umbria e il Comune di Bassano in Teverina, a sud con i Comuni di Soriano nel Cimino e a d ovest con i territori comunali di Viterbo e Vitorchiano.

Storia

L'abitato nasce e si afferma con funzioni di sorveglianza e controllo delle vie commerciali che dall'Etruria marittima penetravano, attraverso la valle del Tevere e dei suoi affluenti, nella parte centrale della penisola italiana. Tale nascita sembra farsi risalire alla seconda metà del VI secolo a.C. in stretta correlazione con la cittadina di Ferento a sud-ovest cui la lega naturalmente il piano della colonna ed il fluire del Vezza. Conseguentemente, ben stretti sono i rapporti con Velzna, entro la cui giurisdizione lucumonia ricade, ed i centri più interni dell'Etruria. Gli stessi gentilizi, attestati in vario modo a Pianmiano e dintorni rilevano chiaramente questa rete di rapporti commerciali e culturali. Lo sviluppo della cittadina continua interrotto nel IV e nel III secolo pur tra i contrasti, le guerre e le lotte che contraddistinguono questo periodo in cui inizia e si afferma la penetrazione romana nei territori posti lungo l'asse del Tevere. Nel 310 a.C, si ha il passaggio della vicina Selva Cimino e si registra la prima battaglia del lago Vadimone; nel 308 il console P. Decio Mure ritorna su questi luoghi distruggendone i centri più fortificati e ribelli; nel 283 infine, in prossimità dell'abitato, forse anche nel suo territorio, si ha la seconda e più grande battaglia del lago Vadimone che segna fatalmente l'inclusione dell'abitato nella sfera di influenza romana, influenza che andrà consolidandosi con il trascorrere degli anni. II frate domenicano, le cui teorie hanno esercitato tanta influenza nella ricerca e nello studio degli etruschi nella provincia di Viterbo, già nel 1498 interpretando secolari leggende locali aveva indicato con estrema precisione nel Planum Meonianum, ancor oggi chiamato Pian Meoniano o Pianmiano il luogo della presenza etrusca nella zona. Tale indicazione sembrò avere conferma dalle ricerche che, in loco, vi si effet­uarono nel secolo scorso. La collina di Pianmiano altro non sarebbe che la necropoli dell'anonimo centro etrusco e a tale uso quasi esclusivamente adibita. Nel paese attuale quindi coesistono, sovrapposti o annullati i resti dell'insediamento etrusco, romano e medioevale. Nel 1647, le venerate spoglie, che per secoli erano rimaste sepolte nel pavimento del Duomo, dinanzi all'altare di S. Sebastiano, il Duca Ippolito Lante, le fece riporre sotto l'altare maggiore, montando l'altare già fatto preparare dagli Orsini. La fine dei Vescovi bomarzesi è da assegnarsi al secolo X, infatti il Vescovo Lamberto è l'ultimo nel 1015 a sottoscrivere Documenti Conciliari come Episcopus Polimartiensis. Dagli antichi libri sappiamo che i palii venivano pagati in baiocchi e altre monete del tempo e che c'era u incaricato per organizzare questo avvenimento. Durante il trascorrere dei secoli, puntualmente, venivano corsi i palii, fino a che si ridussero a semplici corse di cavalli.

Da vedere

Duomo - costruito sul finire del 1400 su una preesistente basilica paleocristiana mostra una architettura chiaramente ispirata al Brunelleschi che proprio in quel periodo aveva gettato le basi della emergente architettura rinascimentale. Si presenta con una elegante facciata a due gradinate a ferro di cavallo.

Parco dei Mostri - come viene chiamato dalla critica, o più noto oggi come "Parco dei Mostri" è sicuramente un esempio unico nel suo genere. Fortemente voluto dall'allora Duca di Bomarzo Vicino Orsini il "Sacro Bosco" è un complesso talmente singolare che rende abbastanza arduo per chi vi si addentri trovare un qualsiasi orientamento interpretativo, tanto che risulta più facile e anche piacevole lasciarsi prendere e guidare dalle suggestioni che il luogo comunica. Secondo la maggior parte degli studiosi infatti, l'architettura del Sacro Bosco scaturisce dall'estro creativo, bizzarria o capriccio di Vicino Orsini che al tempo che al tempo si contornò di molti esperti ma solo per consulenze di carattere tecnico, riservandosi gelosamente la "direzione artistica". Il duca Orsini fece infatti diventare occupazione principale della sua vita la costruzione del "Boschetto" come usava chiamarlo.

Palazzo Orsini - fu realizzato nel XVI secolo da Vicino Orsini che fece ristrutturare un vecchio castello medioevale. All'interno, nella sala Consiliare, sono presenti numerosi affreschi seicenteschi del viterbese Antonangelo Bonifazi e vi è conservata una cappella in cui riposa il corpo di San Moderato, nativo del luogo e morto nel XVII secolo. Il campanile, che poggia su blocchi di tufo di taglio tipicamente etrusco testimonia le antiche origini del sito.

Chiesa di Cristo Risorto - edificio di recente concezione e costruzione inaugurato nel 1986 e situato nella parte nuova del paese. E' costituito da più corpi cilindrici di varie dimensioni che si intersecano l'uno con l'altro. La chiesa del Cristo Risorto presenta un ciclo di pitture contemporanee raffigurante la Via Crucis, opera del viterbese Felice Ludovisi.

Come arrivare

In auto: da Nord uscita casello A1 Attigliano in direzione di Viterbo; da Sud Superstrada Orte - Viterbo uscita Bomarzo.

In treno: Stazione FF.SS. Orte - Stazione FF.SS. Attigliano.

Tipologie