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Blera

Blera è un comune della regione Lazio, in provincia di Viterbo con 3.253 abitanti e ha una superficie di 92,7 chilometri quadrati. Il territorio è quasi totalmente collinoso, solcato dalle profonde valli di erosione dei corsi d'acqua e coperto a tratti da estese e folte macchie di tipo mediterraneo. Sorge a 270 metri sopra il livello del mare. Il comune è ai confini con la provincia di Roma.

Storia

Le origini di Blera sono databili intorno all'VIII-VII sec. a.C., come dimostrano le numerosi necropoli site intorno all'abitato. Sebbene sul pianoro della città siano stati rinvenuti resti attribuibili ad un importante insediamento della tarda età del bronzo, l'abitato storico non sembra prosperare in diretta continuità con quello. Infatti solo dopo un periodo di apparente abbandono del territorio, è documentata la nuova e prolungata fase di occupazione dello sperone di roccia tufacea alla confluenza di due torrenti: Biedano e Ricanale. Il nome latino Blera, citato da diverse fonti dell'epoca, si conserva fino al Medio Evo quando troviamo Bleda, quindi Bieda, fino al 1952, allorché la città riassume il nome originario. Il periodo più importante del paese è certamente quello etrusco, nell'epoca arcaica, quando, sotto l'influenza di Tarquinia e poi di Cerveteri, raggiunge quella floridezza, che viene dimostrata dalle vaste necropoli che lo circondano. In quell'epoca Blera si trovava in corrispondenza di un crocevia di itinerari che collegavano Cerveteri e Tarquinia ad altre città dell'interno, come Norchia, Tuscania, Castel d'Asso, Volsinii, Veio. L'importanza di Blera continuò anche durante l'età Repubblicana ed Imperiale Romana, quando era attraversata dall'antica via Clodia, strada consolare che percorreva la Tuscia collegando Roma a Cosa. Di questa via, oltre a diversi tratti incassati nel tufo restano i due ponti rispettivamente del I e II sec. a.C. In epoca imperiale Blera fu elevata al rango di Municipio ed ebbe quindi suoi propri magistrati. Di quel periodo sono diversi mausolei e numerosi resti di ville rustiche disseminati nella campagna circostante. Con la caduta dell'Impero Romano inizia anche la decadenza della città. Dal XIII al XV sec. appartenne alla famiglia Di Vico. Nel 1247, per rappresaglia contro questa famiglia, l'esercito di Federico II, comandato da Alessandro Calvelli, nel quadro delle lotte tra Guelfi e Ghibellini, la distrugge. Dopo l'estinzione dell'ultimo membro di questa famiglia Blera viene data in feudo, nel 1400, da Bonifacio IX ai conti Francesco e Nicola Anguillara. Dopo la deposizione dei loro successori, per dissidi con Papa Paolo II, nel 1465, la città rimarrà sotto la reggenza della Santa Sede fino al 1516; del 1515 è il primo degli Statuti Comunali rimasti. Nel 1516 il papa Leone X la dona, come feudo, a Don Lorenzo Anguillara di Ceri e sotto questa famiglia rimarrà fino al 1572, anno della morte senza eredi del figlio di Lorenzo, Don Lelio. Da allora fino al 1870 sarà governata dalla Camera Apostolica. A Blera visse il celebre costruttore Francesco Fazzi. Alla morte di Lorenzo il feudo passò al figlio Lelio che governò fino al 1572, anno in cui morì senza eredi, per cui Blera tornò sotto la diretta amministrazione della Camera Apostolica e vi rimase fino al 1870. Nel 1870, come tutti i territori dello Stato Pontificio, Blera venne annessa al Regno d'Italia.

Da vedere

Chiesa di S. Maria - in passato fu cattedrale di una diocesi che ebbe 14 vescovi. La facciata ed il portale sono di origine rinascimentale del 1507.

Grotta Porcina
- e' situata a 4 Km. Da Blera verso Nord-Ovest, sulla sommitˆ di una collina, si trovano i resti di un grande tumulo etrusco.

Zona Archeologica di S. Giovenale - situata lungo la strada per Monteromano e Civitella Cesi, evoca i ricordi di Gustavo VI Adolfo di Svezia, al quale si devono numerose campagne di scavi negli anni Cinquanta e Sessanta. Sono visibili i resti di un villaggio etrusco del periodo arcaico e la vasta necropoli del VII-V sec. a. C.

Piazza Papa Giovanni XXIII - detta anche "Piazza Nova" in quanto ricavata recentemente (anni ’60) dalla demolizione della porta meridionale, di un moncone di torre, della cinta muraria e di un giardino.

Piazza Nova - a sinistra, dopo una breve discesa, c’è una fila di arcosoli scavata nella parete di tufo che indica il tracciato dell’antica strada che scendeva verso il Rio Canale.

Orto Silvano - è stato oggetto di una incontrollata espansione edilizia che ha portato alla distruzione di alcune tombe e di un colombario.

Chiesa del Suffraggio - e tornando alla volta del paese, si incontra prima un altro belvedere verso il Biedano e poco dopo ciò che resta delle due porte.

Palazzo Tornaforte - attualmente sede dell’Amministrazione Comunale.

Palazzo del Barone - antica dimora degli Anguillara distrutta nel XVI secolo durante una sommossa del popolo ribellatosi al Barone e ricostruita nella seconda metà del XIX secolo.

Chiesa Collegiata - intitolata a Maria Assunta in Cielo e San Vivenzio. Sul lato sinistro, guardando la Chiesa, sono visibili caratteristici portali e finestre cinquecentesche, sull’architrave di una delle quali è riportata un’iscrizione e la data 1538. Al centro della piazza si trova un punteale di marmo, datato 1538, da cui i blerani attingevano l’acqua conservata nella grande cisterna che si trova nel sottosuolo della piazza stessa. La facciata esterna della Chiesa Collegiata, eccettuato il portale marmoreo, è relativa alla radicale ristrutturazione operata nella seconda metà del XVIII secolo,che ha modificato completamente anche l’interno dell’antica Chiesa. L’interno è costituito da tre navate separate da pilastri in muratura che hanno inglobato le antiche colonne; il dislivello esistente tra il piano dell’abside, del coro e del transetto e il resto della Chiesa è dovuto alla costruzione della cripta, avvenuta riutilizzando colonne e capitelli classici, sul luogo dove la tradizione indica la tomba di San Vivenzio. L’altare maggiore è costituito da una cassa di sarcofago marmoreo romano, con tre lati scolpiti in bassorilievo. Sopra l’altare della seconda cappella della navata destra, è possibile ammirare la Madonna delle Lacrime di autore ed epoca ignoti. Nella prima cappella della navata di destra, dedicata al SS.Sacramento, si trova un grande stendardo in tela raffigurante un ostensorio sotto il quale pregano San Sensia e San Vivenzio e la Madonna Assunta in cielo.

Come arrivare

In auto: da nord di Roma e da Tolfa si percorre la strada statale 493 Braccianese Claudia e si prosegue per la Sp 42 per 4.8 km.; da Roma via Cassia fino a Cura di Vetralla e deviazione per Blera.

Tipologie