Italynet

Hotel Gazoldo degli Ippoliti, Agriturismo Gazoldo degli Ippoliti, Bed and Breakfast Gazoldo degli Ippoliti

Italia

ricerca

Gazoldo degli Ippoliti

Gazoldo degli Ippoliti è un comune di 2.574 abitanti in in provincia di Mantova, nella regione Lombardia. Il comune ha un’altitudine media di 34 m s.l.m. e una superficie di 12,9 kmq. Si trova nella pianura padana tra i fiumi Oglio e Mincio. Di indiscussa importanza per l'economia di Gazoldo è la presenza della Marcegaglia s.p.a., azienda leader nel settore della lavorazione siderurgica e della laminazione degli acciai con un mercato che si sviluppa in tutto il mondo e insediamenti produttivi presenti in Argentina e nell'Europa dell'Est.

Storia

La terramara di Bellanda si presentava intatta e alla sua superficie non furono rinvenuti oggetti di età posteriore. Se dopo le vestigia dei terramaricoli non è possibile provare la presenza continua di insediamenti umani sino in tempi storici, indubbiamente la vicinanza di Gazoldo ad una importante strada romana, la via Postumia, fa supporre l’esistenza di una mansio in epoca romana. Si sa per certo che Gazoldo ed il suo territorio rientrano nella centuriazione triumvirale del I secolo a.C.; il lamento di Virgilio “Mantua vae miserae nimium vicina Cremonae” ricorda, infatti, la sorte toccata a Mantova, che vide parti delle sue terre migliori ripartite fra i veterani di Augusto a causa della vicinanza di Cremona, i cui terreni, confiscati per il contegno tenuto durante la guerra di Modena, non furono sufficienti a compensare le aspettative dei numerosi assegnatari. In Gazoldo sono state rinvenute tracce romane, monete, resti di tracce di abitato, concretatisi in una muratura romana, tracce di una villa rustica. Nel XIII secolo, dunque, si presupponeva già configurata una identità geografica della villa, a cui non poteva essere disgiunta anche un’identità giuridica. Il trasferimento del possesso di Gazoldo dalla famiglia Mosio a quella dei Bonacolsi e da questi agli Ippoliti avvenne per via femminile; nel 1305, tramite il contratto dotale di Felicina Bonacolsi, Gazoldo entrava definitivamente nei possessi degli Ippoliti. Dopo il venir meno della signoria dei Bonacolsi, durante una delle discese in Italia dell’imperatore Carlo IV, gli Ippoliti, certamente con l’esborso di una cospicua somma, ottennero il privilegio dell’investitura, che con il titolo comitale, il dominio politico e la diretta dipendenza dall’Impero, poneva Gazoldo al sicuro da possibili mire dei Gonzaga. Con l’investitura avvenuta nel dicembre 1354 ad Albertino Ippoliti, Gazoldo e il suo territorio venne eretto in feudo imperiale e gli Ippoliti ottennero il titolo comitale e la signoria di Gazoldo che manterranno sino all’arrivo delle armate napoleoniche. Nella secolare storia del feudo di Gazoldo l’affare della zecca è senz’altro il tema più importante, perché fece balzare il piccolo feudo e i suoi titolari alla ribalta internazionale. Nel 1590, anno in cui appare per la prima volta nel territorio feudale un’officina monetaria, Gazoldo era amministrativamente diviso in 2 “colonnelli”, uno per ogni ramo in cui si era suddivisa la discendenza di Albertino Ippoliti. Gli ippoliti cominciarono a far coniare, nella loro zecca, cavallotti, soldini, muraiole ed imitazione di quelle di altri stati, ma notevole anche la quantità di baiocchelle ad imitazione di quelle battute dal Papa Sisto V. Il problema di questa illecita attività porto a molti diverbi tra i residenti e non di Gazoldo, e tra la famiglia Ippoliti. Massimiliano Ippoliti aveva più volte affermato la sua estraneità, riguardo la coniazione di falsi e furono i conti Francesco e Paolo che fino al 1595 coniarono monete di ogni feudo circostante. I solleciti ai conti ci cessare questa attività illecita furono molto frequentie pare che nella fine del 1595 nel periodo di dicembre il conte Francesco Ippoliti abbia finalmente smesso ogni attività, non solo per le minacce fatte dall’imperatore ma anche dalla vicinanza al territorio Veneto, in cui Gazoldo, avrebbe potuto esser raggiunto facilmente e le minacce concretarsi in via di fatto. Superato il breve periodo napoleonico, che li vide legati al carro del vincitore dal quale ricevettero anche tangibili riconoscimenti, gli Ippoliti tornarono alla antica fedeltà verso quell’Impero, dal quale dipendevano, dal lontanissimo XIV secolo, le loro fortune. La famiglia si estinse a metà del XIX secolo. Anche i censiti di Gazoldo, situato nella media pianura, subirono forti requisizioni, in quanto, la guerra, aveva provocato gravi danni per la quantità dei generi e dei denari consumati e per il profondo sconvolgimento recato alle attività economiche; inoltre aveva accentuato il fenomeno del banditismo e della criminalità diffusa. La partecipazione di Gazoldo agli avvenimenti bellici del 1859 fu indiretta. Dopo l’unità il paese continuò la sua attività basata prevalentemente sull’agricoltura; furono apportate migliorie all’abitato con la creazione di una nuova piazza, di un nuovo cimitero; particolare attenzione fu posta da parte del comune all’istruzione con l’ammodernamento delle scuole; Gazoldo diede ancora il suo contributo di vite nella guerra 1915 - 1918; rivive nelle carte del Comune anche questo periodo di sacrifici, con la sequela dei nomi di orfani e di vedove che richiedevano sussidi e pensioni; e per ricordare i caduti gazoldesi fu proposta l’erezione di un asilo per l’infanzia ad essi dedicato con il contributo dell’intera popolazione; nel 1925 fu lo stesso re Vittorio Emanuele III ad inaugurare il monumento ai caduti eretto sulla piazza del paese e a visitare “ l’Istituto Orfani di guerra 1915 - 1918 ”, allogato nel palazzo Ippoliti, attuale sede del Comune, visita che restò memorabile nella storia di Gazoldo.

Da vedere

CHIESA PARROCCHIALE - fu consacrata nel 1496. Le forme neoclassiche attuali sono la conseguenza del suo ampliamento avvenuto nel 1742. Questa prerogativa, che comportava una serie di privilegi ed una forte autonomia nell’amministrazione del culto, fu esercitata dai parroci gazoldesi sino alla caduta del feudo, cioè fino alla fine del ‘700. All’interno si trovano alcune belle tele del Ricci e dei Cadioli.

PIAZZA CASTELLO - nel secolo XVI e all’inizio del XVII gli Ippoliti, i conti feudatari di Gazoldo, diedero vita a un’intensa attività edilizia, le cui testimonianze sopravvivono quasi intatte. Il più antico e prestigioso era denominato nei documenti “castello” ed era diventato la cornice di Piazza Castello, al centro della quale sta il Monumento ai Caduti, inaugurato nel 1924 da Vittorio Emanuele III Re d’Italia. Una parte di Palazzo Castello ospita oggi il Museo delle Cere della Postumia, una raccolta permanente di novanta statue in cera a grandezza naturale collocate in sei sale e costituente un suggestivo percorso tematico che va dalle origini della via Postumia sino all’attualità, passando dal Rinascimento al Risorgimento, dal Novecento alla società contadina, dai Papi ai Santi.

SAN FERMO - a circa tre chilometri dal capoluogo si trova la borgata di SAN FERMO, il cui territorio e le cui abitazioni sono divisi tra i comuni di Piubega, di Redondesco e di Gazoldo. Vi si pratica una fiorente coltivazione agricola specializzata. In questa immagine del suo figlio più illustre, il pittore Archimede Bresciani da Gazoldo, viene ritratta sullo sfondo la bella chiesa campestre della frazione, nel momento di una tradizionale processione degli inizi del Novecento.

VILLA IPPOLITI - ha sede in Villa Ippoliti al civico 126 di via Marconi. La villa fu edificata nella seconda metà del 1600 dai Conti Ippoliti, feudatari di Gazoldo; ai primi del ‘900 divenne l’Istituto Italiano degli Orfani di Guerra.

MUSEO D'ARTE MODERNA - ha sede in una delle signorili residenze del XVI secolo dei feudatari del luogo, Villa Ippoliti. Il programma scientifico del MAM consegue da una approfondita campagna di studi originali, inediti, iniziati con la rivalutazione dell'opera di Archimede Bresciani da Gazoldo e di Mario Lomini, e che sono stati via via corredati da pubblicazioni nelle quali veniva per la prima volta definita l'entità storica ed estetica dell'arte mantovana tra la fine dell'800 e la prima metà del Novecento.

Come arrivare

In auto: Gazoldo degli Ippoliti dista 21 chilometri da Mantova.

In aereo:  Aeroporto di Parma.

Tipologie