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Campomorone

Campomorone appartiene alla provincia di Genova, conta 7.514 abitanti e ha una superficie di 26,1 chilometri quadrati per una densità abitativa di 287,89 abitanti per chilometro quadrato. Sorge a 118 metri sopra il livello del mare. Posto nel cuore della Valle del Polcevera, Campomorone sorge ad oltre 115 m.s.l.m. L'economia è legata principalmente all'agricoltura ed all'allevamento.

Storia

In epoca romana, nel 148 a.c., venne costruita la Via Postumia ad opera del console romano Aulo Postumio. Importantissimo il ritrovamento a Pedemonte di Serra Riccò, risalente al 1506, della "Sententia Minuciorum", su una tavola di bronzo. Nel 537, quando i bizantini occuparono la Liguria, le vie appenniniche assunsero un’importanza strategica fondamentale. I centri abitati sul percorso della Via Postumia divennero presidi politico - militari. La svolta oligarchica del 1099 a Genova diede impulso al decollo mercantile della Repubblica: la spinta espansionistica verso il mare fece nascere però l’esigenza di assicurare approvvigionamenti e maggiore sicurezza nella viabilità a lunga distanza e in particolare in quella dell’oltregiogo. Vennero concessi privilegi agli abitanti della Valpolcevera e della Valverde. Sorsero nuovi abitati sparsi, insediamenti monastici. Nel XII secolo, ormai affermato il dominio dei genovesi sul mare, l’attività agricola nell’entroterra perse di importanza ma aumentò lo sfruttamento dei boschi per l’industria navale. Del 1163 il primo documento scritto in cui viene citato il toponimo "Campomorone": si tratta di un atto stipulato dal notaio Giovanni Scriba che sancisce il passaggio di proprietà da Ottone e Alberto Contardo a Ansaldo Doria, console di Genova, di beni e case in Langasco e Campomorone. Un altro documento del 1195 parla della località "Petram in Lavezara". Nel XIII e nel XIV secolo le continue guerre resero problematica la comunicazione verso l’interno. Nel 1340 venne istituita la figura dell’abate del popolo, che doveva difendere gli interessi del contado. Nel XVI secolo Campomorone cominciò ad acquistare maggiore importanza sia politica, ma soprattutto economica. La Repubblica di Genova, divenuta nuova proprietaria del villaggio già dal XII secolo, rese carreggiabile il percorso di fondovalle del Polcevera fino al passo della Bocchetta, inaugurando la nuova strada il 5 dicembre del 1583. In seguito fu costruito il Palazzo Pinelli, ora Palazzo Balbi e sede del municipio, mentre verso la fine del secolo era già operante l'attività estrattiva del marmo verde di Pietralavezzara. Nei locali della parrocchia di Santo Stefano di Larvego esiste un reperto antichissimo che contrasta con la credenza che l'estrazione del marmo di Pietralavezzara, iniziò in epoca rinascimentale. Si tratta di un battistero in marmo verde ricavato da un blocco di alcuni quintali risalente all'XI secolo. Nel XVII secolo fu costruita la Cappella di san Bernardo ampliando la preesistente Cappella di santa Caterina. L'edificio divenne punto di riferimento degli abitanti assorbendo parte degli uffici parrocchiali della Pieve di Langasco. Nel 1702 si inaugurò la Cappella di Nostra Signora della Misericordia ampliandone l'edificio. Tra il 1746 e il 1747 il territorio subì l'invasione degli austriaci e molte frazioni di Campomorone vennero abbandonate dagli abitanti, tra cui Cravasco dove gli invasori saccheggiarono la chiesa portando via la campana, gli arredi, bruciando le carte e i documenti dell'archivio. Tra le varie distruzioni compiute dall'esercito austriaco si ricorda inoltre la devastazione della chiesa romanica di santo Stefano, dove fu lasciato in piedi soltanto il campanile. Nel 1815 verrà inglobato nel Regno di Sardegna, così come stabilirà il Congresso di Vienna del 1814 anche per gli altri comuni della repubblica ligure, e successivamente nel Regno d'Italia dal 1861. Durante la Seconda guerra mondiale tanti furono i partigiani di queste valli che contribuirono con il loro sacrificio alla liberazione d'Italia.

Da vedere

Chiesa di San Martino - è intitolata al santo Martino di Tours e viene citata per la prima volta in un atto notarile del marzo 1088. Secondo le fonti storiche subì nei secoli passati diversi ingrandimenti e interventi di restauro come nel 1587, nel 1743 e l'ultimo tra il 1851 e il 1852. Eletta al titolo di prevostura nel 1821 fu solennemente consacrata la terza domenica di ottobre del 1852 al termine dei lavori.

Chiesa di San Bartolomeo - è situata presso la frazione di Cravasco e viene menzionata in alcuni atti di monsignor Domenico de' Marini riportanti la sua visita al paese del 26 ottobre 1631; l'edificio, a differenza di altre chiese del comune, non viene citato da monsignor Francesco Bossio nella sua visita apostolica del 1582.

Chiesa di San Michele Arcangelo - fa parte della frazione di Gallaneto, intitolata all'arcangelo Michele, in un documento datato al 20 agosto del 1198 così come sostengono alcuni storici tra i quali Arturo Ferretto; secondo altri studiosi l'edificio appare invece in un successivo atto del 18 aprile o 20 aprile 1203.

Chiesa di San Rocco - fu anticamente eretta una primitiva cappella dedicata a san Sebastiano e solo in seguito intitolata al santo Rocco di Montpellier. Già dipendente della pieve di Santo Stefano di Larvego fu eletta dall'arcivescovo di Genova, monsignor Tommaso Reggio, al titolo di rettoria della suddetta pieve nel 1896.

Chiesa di San Siro - è situata presso la frazione di Langasco. Secondo alcuni documenti, confermati dallo storico Arturo Ferretto, la chiesa è citata in un atto del marzo 1003 e dedicata a san Siro, santo vescovo di Genova. Per cause ancora sconosciute, forse una guerra o un fenomeno tellurico, l'edificio fu distrutto e ricostruito per intero prima del XVI secolo. Fu restaurata e decorata nel 1934 e solennemente consacrata dal cardinale Giuseppe Siri il 23 giugno del 1956.

Chiesa di Santo Stefano - è situata nella frazione di Santo Stefano di Larvego e fu una delle pievi della zona più antiche, anteriore all'anno 1000; il primo documento che la cita, infatti, è datato al marzo 1004. L'edificio subì diversi danneggiamenti durante la guerra di successione austriaca nel 1747, danni che portarono nel 1771 ad edificare una nuova chiesa su disegno dell'architetto Angelo Giuseppe Scaniglia di Sampierdarena.

Palazzo Balbi - la costruzione del palazzo, avvenuta tra il 1590 e il 1595 ad opera del marchese Costantino Pinelli, coincise con lo sviluppo di Campomorone come centro più importante della valle. L’edificio ha pianta a rettangolo irregolare. Al piano terreno si trovano ambienti a volta e un ampio scalone centrale per raggiungere il piano nobile, dal quale si accedeva a un vasto giardino retrostante. Successivamente il palazzo passò alla famiglia degli Spinola e quindi a Luigi Dellepiane, nativo di Campomorone, che nel 1942 ne fece una casa di riposo. Nel 1961 il palazzo e il terreno adiacente furono acquistati dal Comune, che ne fece la propria sede.

Come arrivare

In auto: è situata lungo la Strada Provinciale 5 della Bocchetta la quale collega il comune con la Strada Statale 35 dei Giovi.

In treno: stazione ferroviaria più vicina è quella di Genova Pontedecimo sulla linea ferroviaria Torino - Genova a circa 2 Km dal centro di Campomorone.

Tipologie