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Mondragone

Comune della Campania, in provincia di Caserta, con 28.028 abitanti e ha una superficie di 54,4 chilometri quadrati. Sorge a 10 metri sopra il livello del mare, in pianura, poco distante dal mare, a sud del Massiccio del Massico, a nord della foce del fiume Savone, all'estremità della bassa valle del Volturno.

Storia

La origini di questa città, risalgono all’epoca Quaternaria e i primi abitanti della zona, dopo il periodo neolitico, furono gli Aurunci. Questi vivevano in villaggi sparsi sul territorio , privi di fortificazioni e quindi furono facile preda dei Romani che li sopraffecero e nel 296 a.C. fondarono la colonia di Sinuessa, in prossimità dei colli di Vescia, là dove c’era la città greca di Sinope. Nel 375 d. C. subì enormi danni a causa di un catastrofico terremoto e i sopravvissuti , anche per trovare scampo dalle continue invasioni barbariche, si rifugiarono sulle pendici del monte Petrino , dove edificarono un villaggio fortificato e la Rocca Petrina, nella quale fu trasferita la sede vescovile di Sinuessa , con le reliquie dei santi. Quest’ultima però dovette subire saccheggi e distruzioni da parte dei Goti di Alarico (410), dei Vandali di Genserico e durante la guerra greco-gotica , durata circa 20 anni. Questo villaggio costituiva la residenza dei terrazzani, servi della gleba, che di lì erano più vicini alla coltura dei sottostanti campi e, nello stesso tempo, pronti a rifugiarsi nella Rocca, in caso di attacco di sorpresa da parte dei saraceni. Questi , infatti , nulla potevano contro l’imponente costruzione che si ergeva minacciosa e sicura per i contadini della zona e allora si limitavano a scorrazzare per le terre sottostanti, bruciando e devastando tutto quello che incontravano sul loro cammino. Dalla seconda metà del VII sec.d.C. la Rocca legò il suo destino al Gastaldato di Carinola e, insieme, dipesero dalla contea di Capua che, a sua volta, dipendeva dal Ducato di Benevento, fino a Landolfo I, Conte di Capua nel 840. Alla morte di quest’ultimo, il territorio della Contea fu diviso tra i suoi nipoti e Landone II fu signore di Carinola e Mondragone. Nel 1057 il Principato di capua passò nelle mani di Landolfo V e , l’anno dopo , ebbe termine la dominazione longobarda in esso. All’inizio del sec.XI fecero la loro apparizione i Normanni che occuparono l’antico villaggio romano Petrinum e ampliarono la fortificazione della Rocca. Questa, secondo alcuni studiosi, fu denominata Rocca di Dragone, variata poi in Rocca di Mondragone , quasi a titolo onorifico verso la moglie del conte Riccardo II, figlia di Dragone, conte di Puglia, di nome Rocca. Nel 1352 il monastero fu donato alla comunità benedettina del Sacro Speco di Subiaco e, nel corso dello stesso secolo , nacque la struttura vera e propria. Qui era custodita la sacra immagine della Prodigiosa che , secondo la tradizione , si era salvata miracolosamente dall’incendio che i saraceni , in una delle tante scorrerie sul litorale , avevano appiccato. fu occupato nel 1569 dai fratelli Carmelitani che vi rimasero per 55 anni , fino a quando , per la distanza eccessiva dal centro di Mondragone e per le continue incursioni barbaresche , non furono costretti ad abbandonare il luogo. Il territorio, nel frattempo, era passato dai Marzano, Duchi di Sessa, ad Antonio Carafa di Stigliano, consigliere del Re Ferrante, nel 1461 era stato elevato a Ducato. Dopo la dominazione francese del Regno di Napoli(1815), Mondragone passò in mano dei Borboni e vi rimase fino alla proclamazione del Regno d’Italia. Durante questo periodo iniziarono le opere di bonifica del territorio, infestato dalla malaria, che furono poi completate negli anni trenta con la costruzione dell’Idrovaro del Mazzafarro.

Da vedere

Venere Sinuessana - il 25 gennaio del 1911 il signor Leopoldo Schiappa faceva eseguire dei lavori di sterro per piantare una vigna nella zona dell’Incaldana. Durante i lavori, il colono Antonio Guglielmo, ed il figlio Giovanni, ad un tratto, urtarono col piccone un corpo grosso e duro: si videro, con somma meraviglia, venir fuori due pezzi di una statua mutilata delle braccia e del corpo. Subito si diffuse la notizia in paese. Fu denunziato al Museo di Napoli il suo ritrovamento e colà fu condotta, il 10 aprile del 1911, dal professor Vittorio Spinazzola. Raffigura una donna uscita dal bagno, sulla spiaggia, nell’atto di asciugarsi, trattenendo il lenzuolo sui femori. È da evidenziare che la statua fu acquistata per solo 500 lire dell’epoca, mentre ne valeva almeno cinquecentomila.

La via Appia -  sorge tra il 313 ed il 310 a.C., per ordine di Appio Claudio il Censore. Questa è una delle opere più grandiose dell’ingegneria romana. Essa attraversa la nostra campagna sul lato settentrionale, da Le Vagnole a Porto di Carro, ai piedi del Col Petrino, fino al sito dell’odierno Cimurro e, di là, attraverso la zona di Limata, fino al punto suddetto ed oltre, dopo aver valicato il Ponte Campano. A partire dalla fine dell’800, lungo questa strada, nei pressi della chiesetta di San Rocco, si svolgeva, dal 23 al 25 agosto, la fiera del bestiame detta di San Bartolomeo, di antica tradizione.

Torre del Paladino - si trova in prossimità della via Appia. Mausoleo del I secolo a.C., probabilmente costruito da una nobile famiglia del luogo, la Cedicia Gens. L’ingresso è rivolto al Massico, costruito interamente a blocchi enormi poligonali, dello spessore di due metri e permette l’accesso alla camera sepolcrale, la quale riproduce le celle funerarie dei sepolcri di personaggi illustri.

Monastero di Sant’Anna a Monte - fu costruito sul terreno donato dalla regina Agnese ai monaci del Sacro Specus di Subiaco. Nel 1342, due monaci del sopraccitato monastero, col permesso del loro abate, fondarono quest’edificio. La sua lenta decadenza comincia circa trecento anni dopo, nel 1500, con le varie incursioni saracene. Il monastero necessita di lavori di ristrutturazione e valorizzazione. Infine, è da ricordare che grazie ai parrocchiani della comunità di San Rufino, ogni anno il 26 luglio, vi si festeggia Sant’Anna.

Museo Civico - gestito ed organizzato da un’equipe d’archeologi e tecnici, rappresenta la prima significativa tappa del processo di conoscenza, formazione, divulgazione e di conseguenza tutela del consistente patrimonio storico - archeologico locale. Le indagini topografiche e gli scavi archeologici in atto sul territorio, particolarmente ricco d’insediamenti e di testimonianze antiche, le acquisizioni operate tramite piccole raccolte e donazioni da parte di privati cittadini, a seguito delle ormai frequenti iniziative culturali che ruotano intorno alla struttura museale, hanno portato alla costituzione di un insieme di materiali di estremo interesse.

Come arrivare

In auto: percorrendo la Strada Provinciale che va da Capua a Mondragone o, in alternativa, la Strada Statale Domitiana che congiunge il Comune alla città di Napoli.

In treno: Ferrovie dello Stato è possibile seguire la linea Napoli - Roma scendendo alla stazione di Falciano - Mondragone.

In aereo: l'aeroporto più vicino è Napoli Capodichino.

Tipologie