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Maddaloni

Comune della Campania, in provincia di Caserta, con 37.546 abitanti e ha una superficie di 36,5 chilometri quadrati. Sorge a 73 metri sopra il livello del mare, alla destra di un intricato sistema artificiale d'irrigazione legato alla bonifica borbonica del fiume Clanio, e più precisamente dei lagni Vecchio, Gorgone, dell'Inferno, di Pizzopontone e del Canale Littorio, nel cuore della pianura campana, alle estreme propaggini meridionali del monte Tifata, nella valle di Maddaloni che collega il casertano con la valle Caudina. Il territorio comunale confina con quello di Caserta.

Storia

Sull’origine del nome ci sono diverse e contrastanti ipotesi, ma la più accreditata è quella che si riferisce a Mataluni, nome che compare per la prima volta nel 774, in un documento del principe Arechi, per una probabile deformazione di Maddalena riferita al nome di una chiesa che doveva trovarsi nel centro abitato. Il toponimo attuale è una deformazione di quest’ultimo, a sua volta legato al personale germanico Matalone. La vicenda storica di Maddaloni, dunque , si snoda a partire da Calatia, città sannita, anche dalla quale mossero nel 321 a.C. i romani che subirono una grave sconfitta e l’onta delle Forche Caudine. Il territorio fu certamente frequentato nella preistoria e soggetto, poi, agli Opici, agli Osci, agli Etruschi ed ai Sanniti prima di essere romanizzato. La città sorgeva sul colle dove ora si trova il castello, in una posizione, cioè, facilmente difendibile e abitata fin dall’Età del Bronzo. Le invasioni barbariche non risparmiarono Calatia, né miglior sorte le toccò con le incursioni dei Saraceni che la distrussero completamente, obbligando gli abitanti a trasferirsi altrove e probabilmente ingrandire un piccolo borgo già esistente. In seguito all’abbandono di Calatia, nell’862 la sua Diocesi fu trasferita a Casa Hirta, ma permanne nei Caiatini trasferitesi a Maddaloni la profonda religiosità tuttora attestata dalle numerose chiese. Maddaloni fu contesa da Longobardi, Normanni, Svevi e Agioini, divenendo feudo dei Carafa a partire dal 1465 e per oltre 3 secoli, tanto che, con l’arrivo dei Borboni, Carlo III le conferì il titolo di Città. Centro di baronaggio in Terra di Lavoro, Maddaloni fu, però, sempre ribelle alla monarchia, svolgendo un ruolo protagonista negli avvenimenti che coinvolsero il regno di Napoli nell’800. Il primo Ottobre del 1860, alla vigilia dell’Unità d’Italia, sul suo territorio si riportarono una decisiva vittoria sulle truppe borboniche. Un ruolo importante Maddaloni lo svolse anche al termine della II Guerra Mondiale, quando costituì un’importante retrovia delle truppe Alleate che assediavano Cassino.

Da vedere

MUSEO CIVICO - ospitato  all’interno del monumentale complesso ecclesiale dedicato a santa Maria de Commendatis. Tale struttura ha origine nel medioevo, quando i cavalieri Gerosolmitani che lo gestivano avevano cura delle persone più indigenti e per questo denominata chiesa degli ospedalieri. Scarne però sono le notizie al riguardo, ma più certo risulta il fatto che ad essi successe una confraternita sotto il titolo di Santa Maria de Commendatis. Le cose cambiarono ulteriormente nel XVI sec. sull’onta di un rinnovamento generale della città, infatti in quel luogo fu eretto un ospedale per gli infermi e nel 1718, la moglie del duca di Maddaloni, Teresa Carlotta Colonna, istituì un monastero femminile di suore domenicane. Esso è disposto su piani diversi ed  attraverso un percorso ben articolato, in cui  sono disposti i reperti dell’antica città calatina e gli oggetti d’ arte, si intuisce e si conosce  la storia, l’operosità, l’arte, la religiosità e la vivacità che da sempre ha contraddistinto questa straordinaria città.

MUSEO ARCHEOLOGICO CALATINO - e’ situato all’interno del Casino ducale dei “Carafa della Stadera”, che fu una delle residenze principali di questa famiglia. Viene citato per la prima volta nel 1552, in un atto di donazione che Diomede II faceva alla moglie Roberta Carafa di Stigliano indicandolo come “Starza della masseria delle torri”. Era in realtà una masseria fortificata, con  torri di avvistamento e con una vocazione agricola. A partire dal 1660, questo luogo subì una radicale trasformazione, in quell’anno infatti Marzio III lo trasformò da masseria  in un elegante casino di caccia e villa dell’ozio, senza perdere comunque la vocazione agricola. La mostra riguarda tre temi principali:il territorio, la città, e la necropoli, nelle quali le varie vetrine espongono  numerosi e preziosi oggetti utili a ricostruire la vita quotidiana  che si svolgeva nell’antica città calatina.

Chiesetta di S. Agnello Domini - attualmente sconsacrata e in cattivo stato, il campanile ha nella base grandi massi di età romana e avanzi di una portale a ogiva chiuso.

Convitto Nazionale - già convento dei Francescani, nel cui chiostro è ancora conservato un arancio piantato, secondo la tradizione, da S. Francecso.

Chiesa dell'Annunciata - la sua forma è dovuta sostanzialmente alla ristrutturazione eseguita nei primi anni del sec.XVII.

Chiesa di S. Francesco d'Assisi - di stile barocco presenta un cupola alta e pregevoli oggetti d'arte all'interno.

Come arrivare

In auto: per raggiungere Maddaloni è necessario percorrere l'autostrada Napoli - Roma, uscire allo svincolo di Caserta Sud e proseguire per SS 87. La distanza da Napoli è di 20 km.

In treno: Maddaloni è servita dalla locale stazione ferroviaria.

In aereo: l'aeroporto più vicino è Napoli Capodichino.

Tipologie