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Letino

Comune della Campania, in provincia di Caserta con 783 abitanti e ha una superficie di 31,7 chilometri quadrati. Sorge a 921 metri sopra il livello del mare, su un declivio in altopiano nel Massiccio del Matese aggettantesi verso il corso del fiume Lete , incastonato fra i monti Cappello, Favaracchi e Ianara ed in posizione baricentrica fra il lago di Letino e il lago di Gallo. Il comune è ai confini con il Molise.

Storia

Probabilmente fu fondato da pastori romani e abruzzesi che portavano le greggi al pascolo estivo sul Monte Prece. Durante le invasioni dei Saraceni e dei Normanni fu costruito il castello che divenne baronia tra il IX e X secolo. Nel Medioevo, Letino appartenne a Rainone di Prata e successivamente, per volontà di Papa Alessandro III, alla Badessa di San Vittorino di Benevento (1168). Nel 1770 giunse in mano alla famiglia Carbonelli che mantenne il suo possesso fino al 1806, quando, con l'arrivo delle armate napoleoniche, furono aboliti i diritti feudali. Con la Restaurazione, Ferdinando I di Borbone rifondò il nuovo distretto di Piedimonte, e Letino fece parte, insieme a Ciorlano, Pratella, Fossaceca, Gallo e Prata, del Mandamento di Capriati al Volturno fino al 1926, quando poi quest'ultimo venne unito alla provincia di Campobasso. Alcuni fatti importanti nella storia di Letino sono il Brigantaggio postunitario e il movimento anarchico di Cafiero e Malatesta. Il primo interessò il paese per circa dieci anni in una lotta fatta di scontri, ricatti e rapine; il secondo, sviluppatosi nel 1877, aveva scelto il Matese come scenario per diffondere le sue idee rivoluzionarie; questo fece diventare il paese teatro di una vasta operazione militare messa in atto dal Governo del Regno d'Italia. Il movimento si risolse poi con l'arresto di tutti i componenti. Altro episodio significativo avvenne intorno al 1943 durante l'occupazione tedesca con la fucilazione di alcuni giovani.
Si ritiene che alcuni pastori romani e abruzzesi abbiano dato origine a Letino. Il 7 gennaio 1945, la nuova Repubblica Italiana, nata dopo i disastrosi eventi della seconda guerra mondiale, ristabiliva il vecchio stato di cose, ripristinando la gloriosa e antica Provincia di Caserta.

Da vedere

Castello - fu costruito durante il periodo delle invasioni dei Saraceni e Normanni, tra il IX e il X secolo e divenne baronia e possedimento di vari feudatari. Nel Medioevo appartenne ai Rainone di Prata, successivamente, per volontà di Papa Alessandro III, fu concesso in feudo alla Badessa di San Vittorino di Benevento (1168). Il castello presenta una struttura quadrangolare articolata su cinque torri a sezione circolare con il lato maggiore lungo circa 90 m e con il lato minore di circa 40 m.
Oggi il castello di Letino è stato trasformato in cimitero.

Grotte del Lete - situate a ridosso della Diga del Lago di Letino, su due piani paralleli distanti mediamente 90 metri l'uno dall'altro, esse sono di indescrivibile bellezza, con giochi di stalattiti e stalagmiti. La galleria superiore si incunea nella montagna e presenta folta vegetazione e molte piccole cascate del fiume che precipita verso la Valle del Volturno. Quella inferiore è scavata nella roccia dalle acque del Lete. Le grotte non sono ancora attrezzate in modo adeguato, e per la loro visita è oggi necessario servirsi di scale e di corde e farsi accompagnare da una guida. Gli splendidi fenomeni naturali di queste cavità carsiche, stalattiti, stalagmiti, marmitte, concrezioni varie, ripagano però ampiamente della fatica, l'escursionista avventuroso.

Chiesa di Santa Maria al Castello - che presenta un portale in pietra scolpita con altari di varie epoche dal XVII al XVIII secolo; in essa sono inoltre custodite preziose opere d'arte come un'acquasantiera in onice.

Lago di Letino - realizzato dalla Società Meridionale di Elettricità per alimentare la centrale di Prata Sannita, costruita nel 1911. Prima che fosse costruita l'alta diga il fiume si inabissava nel profondo e straordinario inghiottitoio del Caùto e, durante la primavera, le sue acque formavano un vasto lago che straripava, come una cascata, nell'erta e sassosa Valle delle Ravi. Le sue acque ospitano trote, tinche, persici e anguille. Tutto l'anno, ma soprattutto nei periodi estivi, sono presenti numerosi uccelli acquatici, come marzaiole, germani reali, folaghe.

Come arrivare

In auto: da Napoli: autostrada A1 direzione Roma uscita Caianello, proseguire su Ss.6 e poi Ss.85 direzione Venafro - Isernia, svoltare a destra direzione Vairano Patenora, proseguire e poi svoltare a sinistra su Ss.158, proseguire e poi svoltare a destra, seguendo le indicazioni sul posto
da Roma: autostrada A1 direziona Napoli uscita San Vittore, proseguire su Ss.430 e poi Ss.6dir direzione Venafro e ivi prendere la Ss.85 direzione Vairano - Caianiello, svoltare a sinistra su strada locale seguendo le indicazioni sul posto

In treno: da Napoli: linea Napoli - Caserta - Roma, scendere a Vairano - Caianello, proseguire con autobus su linee locali; da Roma: linea Napoli - Caserta - Roma, scendere a Vairano - Caianello, proseguire con autobus su linee locali.

In aereo: Aeroporto di Napoli Capodichino.

Tipologie