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Galluccio

Comune della Campania, in provincia di Caserta, con 2.384 abitanti e ha una superficie di 32,0 chilometri quadrati. Sorge a 368 metri sopra il livello del mare, in altura sui fianchi nord occidentali del vulcano di Roccamonfina, in affaccio sulla piana del fiume Garigliano. Fa parte della comunità montana Monte Santa Croce.

Storia

Successivamente i Romani, dopo aver sconfitto Aurunci, Sidicini, Caleni e Sanniti, stabilirono nel territorio delle colonie. Si narra che dal nome del capo di una di queste colonie prese il nome Galluccio, che in un primo tempo fu detto Gallico, poi Gallicio ed infine Galluccio. Nel corso del secolo X anche Galluccio dovette subire le incursioni dei Saraceni che risalivano la valle del Garigliano: alle falde del monte Camino essi costruirono un caposaldo per difendersi dagli attacchi delle truppe della Lega di papa Giovanni X. Ancora oggi, in quel luogo esiste un borgo denominato Saraceni. Dopo la sconfitta dei Saraceni, i principi di Capua, di discendenza longobarda, che avevano partecipato alla Lega ed alla battaglia del Garigliano, nel 915, con il beneplacito del Papa, costruirono una roccaforte nel territorio di Galluccio, i cui resti sono visibili ancora oggi nelle torri e nel fossato che delimitano il centro storico del paese. I discendenti di tali principi assunsero il nome di Galluccio ed ebbero come stemma un gallo rosso in campo d’argento. Dopo la parentesi normanna, caratterizzata dal domino di Ruggero il Normanno, il quale, nel 1139, dopo la battaglia di Galluccio, fu riconosciuto dal papa Innocenzo II Re di Sicilia e Duca di Puglia e di Calabria, la famiglia “Galluccio” ebbe in feudo i territori circostanti la roccaforte, detenendoli fino al 1480. In quell’anno il re Ferrante assegnò il feudo di Galluccio a Rossetto Fieramosca, il quele lo lasciò in eredità ad Ettore Fieramosca. Intanto, la roccaforte si era ampliata e tutto il territorio limitrofo divenne sede di centri abitati da contadini e pastori che lavoravano per il feudatario. Nel secolo XV il feudo di Galluccio assunse la fisionomia ancora oggi riscontrabile, presentando ben trentacinque villaggi disseminati tra il Garigliano da un lato, Roccamonfina e Monte Camino dagli altri. Nel 1504 il feudo di Galluccio fu concesso da re Ferdinando al suo viceré, Consalvo di Cordova. Dopo l’Unità d’Italia, la casa Comunale e gli uffici, inizialmente ubicati a pochi passi dal Palazzo dei Baroni, presso la Collegiata di S. Stefano nel centro storico di Galluccio, furono trasferiti nella frazione S. Clemente. Durante la seconda Guerra Mondiale, in seguito all’Armistizio, il nostro Comune fu teatro di battaglia fra Tedeschi da un lato e gli Alleati dall’altro. Violenti scontri ebbero luogo sulle falde del monte Camino, propaggine di quel fronte che aveva come caposaldo Montelungo. Tristemente sono a noi noti, purtroppo, gli affanni che dovettero sostenere gli animi della nostra gente. Diversi edifici furono rasi al suolo, fra cui il palazzo dei Baroni. La bella Collegiata poté salvarsi grazie all’opera indefessa dell’arciprete Emilio Calce, che convinse il comandantetedesco a risparmiarla. Per mano sua oggi possiamo deliziarci nella visione di questo splendido monumento, di cui il nostro Comune può essere ben fiero.

Da vedere

Chiesa dell'Annunziata - di impianto romanico ad una sola navata risalente al XV secolo.

Chiesa di Santa Maria del Trionfo - con una sola navata e due cappelle laterali, il caratteristico borgo medioevale di Spicciano.

Palazzo baronale - la facciata, a capanna, preceduta da un portico con due arconi, è caratterizzata nel primo ordine da due portali a fascia girata, di cui quello maggiore con grazioso fregio. Nell'ordine superiore si aprono, agli estremi, due finestre ad arco ribassato con cornici mistilinee, mentre al centro è un piccolo rosone. Sulla destra si leva il campanile di tufo, a cinque ordini. L'interno, a tre navate, è ornato da un affresco raffigurante la Lapidazione di Santo Stefano  di Paolo Passatelli e un pavimento a maioliche del 1697.

Chiesa di San Nicola - articolata su due ambienti sovrapposti asimmetricamente una cripta inferiore che è una cisterna romana di epoca repubblicana e un vano sottostante con resti di antichi dipinti.

Colleggiata di S.Stefano - costruita nel XVII secolo con la volta del presbiterio decorata con un affresco raffigurante la lapidazione del Santo e l'adiacente campanile di costruzione antecedente all'edificio sviluppato su quattro piani.

Come arrivare

In auto: Sull'A1 (E 46) - circa 55 km da Napoli e 160 da Roma - uscire a Caianiello proseguire per Strada Comunale Ceraselle per 721 m fino a Caianello. Girare a sinistra, proseguire per Strada Comunale Torlupari per 1.3 km - Proseguire per Via Pietrabianca per 842 m - Proseguire per Ss6 per 10.9 km - Girare a sinistra, proseguire per Via Colle Verde per 2.2 km - Girare a sinistra, proseguire per Via Sessa per 1.1 km; da Napoli: uscita consigliata casello autostradale Caianello, seguire le indicazioni per Mignano Monte Lungo, Galluccio.

In treno: Giunti a Mignano Monte Lungo svoltare a sinistra verso la stazione ferroviaria dopodiche’ seguire le indicazioni per Galluccio.

In aereo: Aeroporto di Napoli Capodichino.

Tipologie