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Castello del Matese

Comune della Campania, in provincia di Caserta con 1.476 abitantie ha una superficie di 21,5 chilometri quadrati. Sorge a 476 metri sopra il livello del mare, su di un terrazzamento alle pendici del Massiccio del Matese fra le vali del Rivo e del Torano. Il comune è ai confini con il Molise.

Storia

Le sue origini risalgono al tempo dell'occupazione dei Sanniti Pentri. Alcuni storici ritengono che l'antica Allifae fosse l'odierna Castello; altri invece l'antica Piedimonte o la parte alta di essa. Di certo è che Castello del Matese, nel X - XI secolo, era roccaforte, prima di Alife e poi di Piedimonte. Con Piedimonte, di cui insieme a San Potito era casale, ha diviso fino al XIX secolo la storia civile, militare ed amministrativa. I Normanni fortificarono Castello con cinque torri, di cui solo due sono ancora esistenti, ed un mastio che serviva da cittadella e da abitazione. Il feudo, ceduto a Tommaso d'Aquino da Federico II nel 1229, fu assediato da truppe pontificie, comandate dal cardinale Giovanni Vitelleschi di Tarquinia. Passato ai Gaetani d'Aragona, nel 1460 subì un altro assedio da parte dei Baroni che si erano ribellati a Ferrante I d'Aragona con cui si era schierato Onorato Gaetani, conte di Fondi e principe di Piedimonte, al quale apparteneva anche il casale di Castello; i vassalli di Onorato Gaetani, prima di arrendersi si batterono strenuamente contro l'esercito dei baroni ribelli. Nel corso del XVII secolo cessò la funzione di difesa militare di Piedimonte, Castello divenne un piccolo centro agricolo e pastorale, e si allontanò sempre più da Piedimonte, alternando ritmi di vita semplice e tranquilla ad avvenimenti gravi e luttuosi, come la peste del 1656. Nel 1691 la chiesa madre di S. Croce fu ricostruita in stile barocco, dopo il terremoto del 1688 che ne causò il crollo. Il 12 febbraio 1752, con decreto della Real Camera della Sommaria, Castello ottenne l'autonomia amministrativa; ma la sua separazione da Piedimonte durò fino all'Agosto 1764, quando, per le scarse possibilità economiche, Castello si dovette unire di nuovo al paese più grande.
Nel Giugno del 1799, gli abitanti di Castello, insieme a quelli di San Gregorio, sventolando le bandiere borboniche e armati di rudimentali fucili, scesero a Piedimonte per festeggiare la fine della Repubblica Partenopea. Alla fine del 1801, durante il periodo napoleonico, Castello si distaccò definitivamente dal capoluogo matesino col nome di Castello di Piedimonte. Dopo l'unità del 1860, con Decreto Reale del 26 Ottobre 1862, assunse il nome di Castello d'Alife che conservò fino al 13 agosto 1970 quando si decise di cambiare il nome di Castello d'Alife in quello geograficamente più corretto di Castello del Matese.

Da vedere

Chiesa di S.Croce - fu eretta nel X secolo e ricostruita nel 1691 in stile barocco dopo il terremoto del 1688 che ne causò il crollo, la Chiesa di Santa Croce fu riconsacrata al culto nel 1694.
La facciata è piuttosto semplice e presenta bei portali. L'interno a tre navate, presenta pregevoli opere barocche e tardo barocche, con alcuni altari incorniciati da ricche decorazioni in stucco ed altari lignei a colonne tortili dorate; domina dietro l'altare maggiore un affresco del Bocchetti raffigurante l'Esaltazione della Croce.

Chiesa di S. Antonio - del XVIII secolo il cui portale centrale è sormontato da un rosone, una finestra rinascimentale ed un orologio.

Chiesa di S. Maria di Ogni Grazia - del XVIII secolo, dedicata all'Arcangelo Gabriele è; decorata con begli stucchi barocchi. Tra le due chiese sorgono due campanili, uno, il più; alto, a base quadrata e l'altro con copertura a maioliche policrome di vaga ispirazione araba.

Acqua di Santa Maria - posta a est del lago, è un punto di partenza ideale per gli itinerari a piedi, in mountain bike e su moto da trial ed è anche un luogo dove poter consumare pasti all'aperto, essendo l'area attrezzata con barbecue in pietra viva e panche in legno all'ombra di enormi faggi.

Valle Concone - dove recentemente sono stati avvistati orsi bruni. si giunge sul punto di confluenza di tre sentieri: quello a destra porta sul monte Muto; quello a sinistra va verso l'altopiano detto Arito e da qui all'Ariola; seguendo il sentiero centrale si giunge nella valle dell'inferno.

Valle dell'Inferno - che è un vero e proprio canyon che separa la collina di Castello del Matese da Monte Muto e si presenta come un enorme fenditura nella montagna caratterizzata dalla presenza di piccole sorgenti, caverne, grotte, torrenti che scompaiono tra le pietre per ricomparire più tardi dopo un percorso sotterraneo. Il primo tratto che va dalla Sorgente del Torano di Piedimonte Matese a Valle Orsara, è caratterizzato dalla stupenda cascata che scende dall'orlo del terrazzo di Castello.

Lago Matese - incastonato in un paesaggio affascinante, in cui si specchiano due tra le più interessanti vette del Parco, il Monte Miletto e la Gallinola, è assolutamente splendido. Esso si raccoglie nel fondo di una grande fossa, lunga otto chilometri e larga poco meno di due, ai piedi delle alte vette circostanti ed è alimentato dalle acque derivanti dallo scioglimento delle nevi del Miletto e della Gallinola e da sorgenti, alcune delle quali sono perenni. Vari inghiottitoi di tipo carsico smaltivano, fino a mezzo secolo fa, l'eccesso delle sue acque; la costruzione di una diga, realizzata nel 1923 dalla Società Meridionale di Elettricità, ha isolato questi scarichi naturali, trasformando in un unico bacino gli acquitrini che occupavano in precedenza la piana e facendo salire il livello del lago di circa tre metri.

Come arrivare

In auto: Castello del Matese dista circa 50 km dall'autostrada del Sole, con uscita al casello di Caserta Nord. In alternativa, il piccolo centro è raggiungibile in auto anche mediante la Strada Statale n.158. Distanza da Napoli 87 km.

In treno: la stazione delle ferroviaria più vicina è quella di Piedimonte Matese, sulla linea Piedimonte - Napoli: sono previsti collegamenti giornalieri per Napoli, per Caserta e per Piedimonte Matese.

In aereo: l'aeroporto più vicino è Napoli Capodichino.

Tipologie