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Casaluce

Comune della Camapnia, in provincia di Caserta e dista 30 chilometri da Caserta, con 9.559 abitanti e ha una superficie di 9,4 chilometri quadrati. Situato nell'Agro Aversano, alla sinistra del torrente di bonifica Regi Lagni, nella bassa valle del Volturno. Sorge a 25 metri sopra il livello del mare. La principale risorsa del paese rimane l’agricoltura. Territorio ricco di storia e di testimonianze, abitato in età preromana ebbe grande sviluppo in epoca medievale.

Storia

Le sue origini risalgono all'età preromana ma il pieno sviluppo del comune si ebbe in epoca medioevale. Un documento del 964 d.c. il comune di Casaluce ospita sul suo territorio oltre al castello normanno risalente all'XI secolo, e al santuario della Beata Vergine di Casaluce, fatto erigere dai monaci celestini nella seconda metà del trecento, anche il Castello di Popone, fondato dai Cumani, e la Torre di Aprano del secolo XIV, appartenente ad Antoniello Petrucci. Il nome Casaluce, deriverebbe da castrum luci, cioè Castello del bosco. Esso eretto per volere del normanno Rainulfo Drengot, era di forma perfetta, quadrata, ampia, grande, alta, senza porte e finestre, con feritoie e un largo fossato, con mura e archi. Si servirono del Castello tutti i principi seguaci del re di Napoli secondo i vari bisogni fino al 1265, quando venne in Italia con un grande esercito Carlo I d'Angiò. Egli era fratello del re san Luigi IX col quale nel 1270 combatté a Tunisi in occasione della crociata per recuperare la Terra Santa. Il territorio di Casaluce ha conosciuto insediamenti umani dal III secolo a.C. accogliendo alcuni villaggi osci come testimoniano numerosi reperti archeologici conservati nel Museo Campano di Capua. In epoca romana, fra queste campagne, sorse un "pagus" ovvero un villaggio amministrato dall'antica Atella che con Capua rappresentava il punto di riferimento della Liburia come i romani la definivano. Quando i Barbari invasero l'Italia, neppure la Liburia sfuggì alle loro devastazioni e da fiorente che era, a causa dell'abbandono, diventò una plaga deserta dominio dell'acquitrino e dei boschi. Successivamente il territorio si ripopolò e nacquero piccoli villaggi abitati da modesti contadini formati da poche capanne e circondati da terreni coltivati.

Da vedere

Castello di Casaluce - sono passati ormai circa mille anni da quando, nel 1030, fu eretto il Castello di Casaluce per volere del normanno Rainulfo Drengot. Il nome Casaluce, deriverebbe da castrum luci, cioè Castello del bosco. Esso era di forma perfetta, quadrata, ampia, grande, alta, senza porte e finestre, con feritoie e un largo fossato, con mura e archi. Il nobile e forte castello, era inoltre, artificioso per i molti e forti torrioni negli angoli e nel mezzo, per le cave sotto i torrioni e altre stanze che avevano uscite segrete che portavano in luoghi lontani e diversi, in caso di bisogni, d'incidenti di guerra, oppure d'assedio. Queste cave, che contenevano le segrete uscite, in gran parte furono colmate quando il Castello fu trasformato in Monastero. Inoltre la fortezza possedeva delle cave sotterranee ai torrioni e ad altre stanze che davano accesso ad uscite segrete che portavano in luoghi lontani e diversi, in caso di bisogni, di incidenti di guerra, oppure d’assedio. Le suddette dimensioni corrispondono a quelle della struttura odierna che nel XIII secolo sembrava più riferibile ad una residenza di età svevo-angioina che ad una struttura belligerante dei primi dell’XI secolo dovuto ai cambiamenti apportati con la trasformazione in monastero.

Cappella della Madonna - la devozione si era ormai diffusa in tutto il Regno di Napoli: principi, re, imperatori e tutto il popolo dell'Agro Aversano venivano nel Monastero di Casaluce per venerare la preziosa icona della Madonna e il culto si diffondeva sempre di più fino al punto che si volle abbellire una preziosa cappella che custodisse l'Icona e le due Idrie. Nel 1645 furono eseguiti i lavori marmorei della Cappella e le due nicchie per le Idrie in legno pregiato. La stessa Cappella fu fatta dipingere con artistici affreschi nel 1772 e anche dotata del pavimento in marmo e di un cancello di ferro.

Chiesa di Santa Maria di Casaluce in Miseno - fondata nel 1661 e consacrata il 15 ottobre dello stesso anno fu voluta dal marchese di San Marcellino e dedicata a santa Maria di Casaluce per la venerazione verso la santa Icona, custodita nel Santuario di Casaluce, che dista solo qualche chilometro da San Marcellino. Certamente il Marchese si recava a Casaluce, come facevano tanti in quel tempo, per attingere dalla Vergine santa quella pace e serenità trasmessa dalla spiritualità monastica mariana-celestiniana. Infatti, i Monaci Celestini di Casaluce erano di grande edificazione con la preghiera e il lavoro, e i loro Abati erano rinomati predicatori nel Regno di Napoli, per cui la fama del loro Santuario si diffondeva in ogni città. Inoltre il Noviziato voluto dai Monaci Celestini nel 1604 nel Regale Monastero contribuiva sempre di più al prestigio del Santuario.

Cappella della Vergine di Casaluce - fu costruita una bella cappella per custodirvi l'Icona della Madonna e le due Idrie, presso la quale si recavano: principi, re, imperatori e tutto il popolo dell'Agro Aversano. Il 4 maggio 1772 il vescovo Boria vescovo otteneva dal Papa Clemente XIV un rescritto col quale la Vergine di Casaluce era dichiarata Patrona di Aversa e della diocesi e l'anno successivo si otteneva l'ufficio e la messa sotto il titolo della Maternità della Beata Vergine.

Come arrivare

In auto: per raggiungere Casaluce è necessario percorrere l'Autostrada Napoli - Roma, uscire allo svincolo di Villa Literno e seguire le indicazioni per il paese. La distanza da Napoli è di 23 km.

In aereo: l'aeroporto più vicino è Napoli Capodichino.

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