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Capodrise

Comune della Camapania, in provincia di Caserta, con 7.508 abitanti e ha una superficie di 3,5 chilometri quadrati. Sorge nella parte settentrionale dei Regi Lagni, entro una fascia altamente urbanizzata, a sud dei monti Tifatini, a nord dei canali di bonifica dell'antico Clanio. Sorge a 34 metri sopra il livello del mare. Il comune è a pochi chilometri da Caserta. L'economia è legata principalmente all'agricoltura ed all'allevamento, anche se è molto sviluppato l'artigianato artistico.

Storia

Le origini sono molto antiche, come testimoniato dal nome che è riferibile ad un legionario romano. La città è stata per secoli Casale di Capua e in parte feudo di Acerra, conservando, però, l’unità spirituale nella Diocesi di Caserta, ad iniziare dal 1113, quando fu confermata la circoscrizione ecclesiastica di Caserta al vescovo Rainulfo dall’arcivescovo di Capua Sennete. Nel censimento voluto da Roberto d’Angiò nel 1311, in relazione a tali vicende, la città era denominata Capodiriso.
Si dovrà attendere il periodo a cavallo tra il 1500 ed il 1600, per ottenere la bonifica dei Regi Lagni, con l’ingegnere progettista e direttore dei lavori Domenico Fontana. In uno dei rilevamenti graficizzati dei Regi Lagni, inciso nel 1616, ricorre la prima immagine cartografica a stampa di Capo de Riso; nelle stampe ottocentesche, la rappresentazione di Capodrise si ripete con piccole variazioni. Nel XIX secolo, la stessa strada sarà prolungata rivestita di basolato, seguendo il tracciato antico campestre, fino a casa Retella, luogo noto come Pizzo di Bufala. Nel ventennio fascista, Capodrise fu frazione di Marcianise, fino alla sua ricostituzione a Comune nel 1946, quando il paese, alla ricerca della propria identità, aveva iniziato il coordinamento delle sue funzioni urbane con la nascita del cimitero, la scuola pubblica, la costruzione di nuove strade, il mantenimento delle più antiche, l’illuminazione notturna a petrolio, la costruzione della casa comunale e molte altre iniziative autonome, come la nascita di un regolamento edilizio e la nomina di un architetto comunale.

Da vedere

Chiesa Parrocchiale - di antica fondazione, conserva al suo interno numerose opere di artisti locali.

Palazzo - si trova in via F. Rao, che fa angolo con via D. Mondo. Al suo interno è conservato parte di un ciclo pittorico decorativo di notevole importanza artistica.
Dalla presenza di alcune strutture murarie, è possibile ipotizzare la preesistenza di un edificio più modesto, ristrutturato dopo la metà del Settecento.

Palazzo del Duca di Acerra - si trova in via Rao, che conserva elementi decorativi di grande interesse, elevata testimonianza progettuale dell’edificio. Le finestre decorate dovevano avere una evidente valenza prospettica. Al suo interno è conservata la particolarissima scala aperta a forma elicoidale, dove una bella volta lavorata nel piperno fa da piastrino d’invito al piano terra.

Chiesa Sant'Andrea Apostolo - l’interno è a croce latina ed è a tre navate; la decorazione a stucco è particolarmente ricca di motivi floreali che incorniciano le finestre e gli archi, mentre i riquadri accolgono le tele dipinte e nicchie con statue. L’altare maggiore è pregevole opera di scultura settecentesca di marmorari napoletani; le cappelle laterali sono abbellite da altari devozionali, appartenenti a famiglie locali. Nella navata destra, rispetto all’altare, è conservato il fonte battesimale con vasca, attribuita al Cinquecento, con la parte lignea di manifattura locale settecentesca.

Chiesa di S. Antonio Abate - piccolo ma prezioso monumento, è di pertinenza della parrocchia dell’Immacolata Concezione. L’architettura tardo - gotica, è ravvisabile sia nella copertura a volta ad ogiva che nelle quattro piccole finestre strombate, concluse con archi acuti. 

Come arrivare

In auto: Autostrada A1: Caserta Sud (2 Km); Caserta Nord (5 Km).

In treno: Stazione di Marcianise (1 Km); Stazione di Recale (2 Km); Stazione di Caserta (5 Km).

In aereo: Aereoporto di Capodichino Napoli (22 Km).

Tipologie