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Alife

Comune della Campania, in provincia di Caserta, con 7.164 abitanti e ha una superficie di 63,9 chilometri quadrati. Sorge in pianura, alla sinistra del medio Volturno, alla destra dell'affluente Torano, alle pendici del versante meridionale del Massiccio del Matese. Sorge a 110 metri sopra il livello del mare. Oggi è un florido centro agricolo; infatti, nella zona pianeggiante del suo territorio, prevalgono le colture di cereali, delle leguminose e dei foraggi e particolarmente pregiati sono i prodotti ortofrutticoli.

Storia

Fu in seguito riedificata come oppidum, incorporata come praefectura sine suffragio nella repubblica romana, e poi municipium Romanorum, con governo proprio di decurioni, decemviri, questori, censori, edili e pontefici. Nella seconda metà dell'XI secolo il territorio alifano fu conquistato dalla famiglia normanna Quarell Drengot, e la cittadina ebbe momenti di gloria e di splendore, Rainulfo III, conte di Alife, Caiazzo e Aversa, chiese e ottenne, nel 1132, dall'antipapa Anacleto II le reliquie di San Sisto I, papa e martire, divenuto poi protettore della città e della diocesi. Nel 1561 Filippo II, per punire il conte Ferrante II Diaz Carlon che aveva partecipato al delitto di una sua sorella, ordinò la distruzione di Alife che fu saccheggiata e distrutta dalle sue truppe, aiutate da quelle del papa Pio IV. L'antica città romana fu quasi interamente abbandonata; anche il vescovo Giacomo Gilberto de Nogueras, insieme a tante altre famiglie di Alifani, scelse come sua residenza, la vicina Piedimonte; nel 1620 il feudo di Alife passò ai Gaetani d'Aragona, signori di Piedimonte. Alla fine della feudalità, nel 1806, nella piana in cui, in tempi remoti, vi era un lago, nato dall'ostruzione dell'antica valle del Volturno causata dalle eruzioni del vulcano di Roccamonfina, incominciò una lentissima ripresa economica. Nell'ottobre del 1943, un terribile bombardamento americano rase al suolo quasi la metà della cittadina e gran parte del suo centro storico, che fu poi ricostruito al termine della guerra.

Da vedere

Museo Archeologico - gestito dalla Soprintendenza Archeologica di Napoli. Conserva reperti di età sannitica e di età romana.

Cappella della Madonna delle Grazie - che sovrasta una tomba romana ipogea a pianta circolare. Lungo la strada un imponente mausoleo romano, il Torrione, ha restituito durante un recente restauro un tesoro di follari e monete del basso medioevo.

Anfiteatro Romano - ancora coperto da uno strato molto spesso di terra, individuato grazie a foto aeree e a saggi di scavo poco al di fuori delle mura, era il quarto più grande anfiteatro dopo il Colosseo, quello di Pompei e quello di Capua.

Parco delle Pietre - dove sono stati rinvenuti sarcofagi e cornici, cippi con iscrizioni e sculture divelti dagli aratri o recuperati tra detriti di scavo.

Criptoportico romano - collocato nella parte orientale della città all'interno delle mura, è una galleria rettangolare ad U; composto da due ambulacri coperti da volta a botte comunicanti tra loro per mezzo di 30 archi, illuminati da 21 aperture quadrate, fu realizzato in opera incerta con volte semiogivali poggianti su una fila di 31 pilastri centrali.

Cattedrale di Santa Maria Assunta - paleocristiana, distrutta dalla devastazione dei Saraceni dell'865, fu trasferita nella Chiesa di Santa Lucia presso l'area dove venne poi costruita la nuova Cattedrale di San Sisto. All'interno, nel Battistero, si ammira un archivolto di stile longobardo normanno, appoggiato su due mensole a forma di elefante, dove sono raffigurati santi, uccelli, mostri e animali. Nella prima cappella a destra c'è l'archivolto del portale principale del sec. XII, elegantemente scolpito, che richiama i rilievi del Duomo di Carinola

Come arrivare

In auto: per raggiungere Alife è necessario percorrere l'A1, uscire al casello di Caserta Nord, prendere la SS 87 in direzione di Caiazzo per poi proseguire in direzione Dragoni - Alife. La distanza da Napoli è di 86 km.

In aereo: l'aeroporto più vicino è Napoli Capodichino.

Tipologie