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Ceto

Ceto è un comune di 1.860 abitanti della provincia di Brescia, a circa 75 km dal capoluogo. Il territorio di Ceto confina con diversi comuni: a est quello di Cimbergo e Daone, a nord quello di Capo di Ponte e Cevo, ad ovest quello di Ono San Pietro e Cerveno, ed a sud quello di Braone e Breno.

Geografia

Il territorio del comune di Ceto si estende dal lato settentrionale fino al comune di Capo di Ponte tramite la frazione di Nadro, dal lato meridionale verso il comune di Braone attravreso la frazione del Badetto. Il paese di Ceto sorge sopra un poggio rivolto a sud-ovest; dalla parte orientale, che sale verso il monte Pizzo Badile Camuno è coperto di rigogliose foreste, soprattutto abetaie, facenti parte del Parco regionale dell'Adamello. Nella sua parte nord - orientale sorge la Riserva naturale Incisioni rupestri di Ceto, Cimbergo e Paspardo.

Storia

Le vicende che, in epoca storica, coinvolgono il Comune di Ceto, non sembrano distinguersi da quelle che riguardano più ampiamente tutta la Valle Camonica: da quando i Romani, nel 16 d.C., arrivarono in Valle, alle invasioni barbariche dei Longobardi nel sec. V, ai Franchi di Carlo Magno, che attraverso i suoi "Valvassori" amministra le terre del suo grande feudo, a quando il Vescovo di Brescia diventa l’effettivo padrone della Valle e a lui i vari signorotti si rivolgono per ricevere l’investitura dei feudi. Dal 1255 compaiono i nobili "Botelli" di Cemmo, che amministrano possedimenti vescovili nel territorio di Nadro fino a tutto il XIV sec., mentre dei "de Figna" non si hanno più notizie dal 1302. Nel 1423 si affianca a quella dei Botelli un’altra famiglia originaria di Esine, i "Gaioni", che si insedia a Nadro nei caseggiati e nella torre già di proprietà del vescovo di Brescia e dei suoi feudatari. Di enorme rilievo storico i "pitòti" che hanno una particolare concentrazione nelle aree comprese nelle località "Foppe di Nadro", Zurla o il "Dòs Cuì", comprese nella Riserva Regionale di Ceto - Cimbergo - Paspardo. Per Ceto fu invece il ricco e potente Monastero di San Faustino di Brescia, a far costruire una Cappella, dopo che lo stesso convento aveva ricevuto in dono vaste proprietà anche a Fina di Ceto dal Vescovo Ramperto e dai suoi successori, che avevano assunto anche il titolo di Duca di Valle Camonica. Durante il periodo della lunga dominazione della Serenissima Repubblica Veneta poi nel breve periodo Napoleonico, sotto l'Impero Austro Ungarico e infine nel Regno d'Italia sia Nadro che Ceto seguirono le vicissitudini e la storia politico amministrativa dei vicini comuni di Cerveno, Ono San Pietro e Braone. Durante il fascismo, in ottemperanza alla legge che accorpava più piccoli comuni in un solo centro amministrativo più grande dal 1927 al 1947 vennero fusi in un solo comune Ceto e Cerveno che poi riacquistarono la loro autonomia con Decreto Legislativo n° 444 del Capo Provvisorio dello Stato.

Da vedere

La Chiesa Parrocchiale di S. Andrea Apostolo - è edificata sull’area di una precedente chiesa nei primi anni del 1700, su disegno dell’architetto comasco Antonio Spazzi. All’interno è tutta affrescata da Pietro Scalvini e ha uno splendido altare maggiore in marmi policromi con due angeli di scuola Fantoniana. Si trovano buone opere anche nei primi due altari laterali di fondo. Il campanile, di stile rinascimentale in granito sbozzato, è alto circa 28 metri e ha una merlatura "ghibellina". Non si conosce la sua data di costruzione, ma è certo che nel 1927 è stata rifatta la cella campanaria per far posto al nuovo concerto di campane.

La Chiesa dei SS. Faustino e Giovita - è stata ricostruita nell’attuale forma neoclassica nel 1838, in luogo della precedente Chiesa campestre, forse edificata dai Benedettini del Monastero di S. Faustino di Brescia, beneficiari del territorio di "Figna" fin dagli anni 1000. L’antica chiesa doveva essere in rovina quando, nel 1836, infierendo una febbre petecchiale e il colera, per voto dei padri di famiglia di Ceto, venne decisa la ricostruzione.

La Chiesa Parrocchiale dei SS. Gervasio e Protasio a Nadro - che veneravano tra gli altri i SS. Gervasio e Protasio. Nel 1700 venne ampliata assumendo la struttura attuale. All'interno ci sono affreschi interessanti di A. Guadagnini Giovane, forse attribuibili al 1896, dopo che un rovinoso incendio danneggiò la chiesa. La pala dell'altare maggiore, del 1700, è stata purtroppo mal restaurata. In sacrestia si trova un trittico quattrocentesco a monofora romanica. Il bel campanile in granito è collocato separato dalla chiesa a fianco dei caseggiati vicini e porta la data del 1611.

Le incisioni rupestri di Nadro - è scritta nelle rocce di arenaria che affiorano nei boschi di Nadro: straordinarie incisioni rupestri preistoriche, segni, immagini simboliche, ad opera di popolazioni che hanno abitato i luoghi della Vallecamonica. Ecco allora le scene di culto solare, di culto del cane, composizioni di oranti, scene di accoppiamento, testimonianza diretta dei culti praticati, quasi sempre legati al mondo della natura. Oggi tutto questo è compreso in una vasta area sottoposta a salvaguardia dalla Regione Lombardia: la Riserva Naturale delle Incisioni Rupestri di Ceto, Cimbergo e Paspardo: un patrimonio che l’UNESCO ha incluso nella lista dei monumenti definiti di interesse culturale mondiale per l’Umanità.

Come arrivare

In auto: attraversato dalla Strada Statale 42 del Tonale e della Mendola, che attualmente termina a Nadro in località Giarelli, e che nei pressi del Badetto si interra in una galleria lunga qualche centinaio di metri chiamata Mario.

In treno: la stazione di Ceto - Cerveno.

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