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Carpenedolo

Carpenedolo conta 10.384 abitanti, in provincia di Brescia, situato nella bassa bresciana orientale, sulla riva sinistra del fiume Chiese. Ha una superficie di 30,1 chilometri quadrati per una densità abitativa di 344,98 abitanti per chilometro quadrato. Sorge a 122 metri sopra il livello del mare. L'economia del paese è fondata principalmente sull'artigianato e sulla piccola industria, tuttavia mantiene la percentuale più alta di giovani impiegati nel settore primario di tutta la provincia di Brescia.

Storia

La storia del paese risale, in base a documenti storici, al XI secolo d.C. e segue fino ai giorni nostri le sorti della città di Brescia, alla quale è da allora legato. Deve il suo nome alla pianta del carpino. Ricca e la storia della borgata. Un ”paalstab” scoperto nei pressi del paese e segno dell’ insediamento umano fin nell’età dell’ E neolitico. Altri reperti confermano che il luogo fu abitato dai Cenomani. Celtica è una piccola ara pure rinvenutavi. Suggestiva è poi 1’ ipotesi dello studioso inglese Conway, che tra Carpenedolo e Calvisano sia esistito il podere di Virgilio. Nel 1237 infatti fu incendiato dai Reggiani, condotti da un certo Manfredo, capo ghibellino agli ordini del Barbarossa che fece uccidere Ardizzone Losco Poncarale, di parte guelfa, e uccise o disperse la popolazione distruggendone le abitazioni, che sorgevano dove ora è il Borgo dell’Asino. In 1413 Pandolfo Malatesta signore di Rimini, divenuto padrone del Bresciano, distrusse nuovamente Carpenedolo e il suo castello, dopo che gli abitanti si erano rifiutati di riconoscerlo come loro nuovo Signore. Finalmente nel 1428 il paese passava per merito ancora del Carmagnola entrato al servizio di Venezia, dalla dominazione Viscontea a quella della Serenissima, alla quale rimase fedele fino al 1797, nonostante che fosse spesso costretto a contribuire con armi e danari alle spedizioni militari e a subire saccheggi e incendi da parte di eserciti nemici di passaggio. Il paese subì un assedio nel 1701 - 1702 da parte delle truppe imperiali, finito con trattative il 7 maggio 1702. Il paese fu percorso anche da pestilenze e carestie ma ebbe però anni di prosperità specie durante il sec. XVIII avvantaggiati da particolari privilegi. I nostalgici del dominio veneto, chiamati ”goghi” tornarono alla ribalta, il 13 aprile 1799, con il sopravvento dell’esercito austro - russo. Bruciato l’albero della libertà, distrussero tutti gli stemmi e le insegne della Repubblica Cisalpina e il 26 ottobre in luogo dell’albero della libertà innalzarono una grande croce di pietra con una iscrizione latina. Carpenedolo diede il suo contributo anche alle guerre napoleoniche sia in uomini che in derrate alimentari per l’esercito e, soprattutto, in gravose tasse. Abbastanza pacifico fu per Carpenedolo il dominio austriaco, funestato soltanto da una grave carestia iniziale e dal colera degli anni 1836 e 1855. Più tardi, il 10 settembre 1878 e nel 1890 assistette alla vincita di Umberto I. Ma il paese, causa specialmente la ”Fossa Magna” e le condizioni di povertà soffrì anni terribili di scorbuto, pellagra, febbri intermittenti, fino a quando opere di risanamento igienico e lo sviluppo economico e sociale del paese apportarono migliori condizioni di vita.

Da vedere

IL SANTUARIO DELLA "MADONNA DEL CASTELLO" - inizia la costruzione di un nuovo santuario dove sorgeva il monastero di S. Pietro in Monte. Di datazione antichissima, quest’ultimo, sembra abbia avuto origine vescovile: secondo la tradizione si narra infatti che qui si ritirò a vivere, e fu sepolto, il vescovo Silvino, morto intorno alla metà del V secolo e in seguito santificato. La costruzione del santuario settecentesco fu possibile grazie alle elemosine raccolte tra i fedeli di Carpenedolo, tanto generose che solo dieci anni dopo l’inizio dei lavori fu possibile celebrare la prima messa nel nuovo edificio e che nel 1766 ci fu l’ultima richiesta di fondi "onde perfezionare la detta fabbrica".

LA CHIESETTA DI S. PIETRO IN CARPENEDOLO - è situata nella zona campestre della periferia del paese, a poca distanza dalla strada per Calvisano. Si può presumere che la sua costruzione risalga all’anno 974, come risultava da una lapidetta, ora scomparsa, trovata durante lavori di sistemazione della piazzetta antistante. La più importante modifica venne operata nel 1692. L’abside, che originariamente era rivolta a est, venne demolita, con la conseguente scomparsa di preziosi affreschi e l’altare fu collocato all’estremo opposto, dove era l’entrata. L’ingresso fu così sistemato ad oriente, protetto da un portichetto, costruito al posto dell’abside. L’arco ora visibile all’ingresso era il primitivo arco trionfale, che separava il presbiterio dalla navata. L’altare, aderente al muro dell’abside, è stato costruito quando la chiesa venne mutata di direzione nel 1692. E’ di intonaco e stucco con paliotto ornato di fiori e fogliame, nel cui mezzo è disegnata la mitra papale con le chiavi.

TORRE NUOVA - fu costruita, poiché il precedente campanile, situato accanto alla chiesa parrocchiale vecchia, essendo diventato pericolante, era stato demolito nel 1720. L’opera, del monaco lonatese, architetto, Paolo Soratini, cominciò a sorgere, ricevendo il plauso di tutta la popolazione, che per parecchi anni successivi, in vario modo, contribuì alla spesa con elemosine, offerta di calce e mattoni, vendita di grano e altri prodotti agricoli, di indumenti confezionati e di lino filato dalle donne nelle stalle, durante l’inverno, da vendere nella non lontana Salò, città rinomata per questo prodotto. Fin qui testimoniano gli atti coevi alla costruzione della torre nuova. Altri documenti dell’Ottocento, dell’Archivio parrocchiale, pubblicati in un numero del bollettino dello scorso anno, citano l’immagine come quella di San Bartolomeo.

Come arrivare

In auto: autostradali più vicini a Carpenedolo e Autostrada A21, Casello di Brescia Centro. km 25.

In aereo: l'aeroporto Gabriele D'Annunzio di Brescia - Montichiari dista solo 16 Km da Carpenedolo.

In treno: le stazioni ferroviarie più vicine a Carpenedolo e desenzano del Garda per la linea Milano - Brescia - Verona - Venezia, 17 km.

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