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Medicina

Medicina è un comune dell' Emilia-Romagna, in provincia di Bologna, con 13.400 abitanti. Situato ad est del territorio bolognese presso i confini con la Romagna e il ferrarese, sulla strada statale San Vitale che collega Bologna con Ravenna.

Storia

L'origine del nome è piuttosto incerta, e su di essa sono state fatte svariate ipotesi. Il nome Medicina compare per la prima volta in un documento ravennate del 885 e il territorio ad est del capoluogo è denominato Medesano. Gravitante nella sfera politica dell' Esarcato di Ravenna, ma appartenente ecclesiasticamente alla Diocesi di Bologna, Medicina è soggetta successivamente a diversi domini; dapprima l' Impero germanico, quindi il patrimonio di Matilde di Canossa, poi ancora all' Impero, sotto la cui tutela gode di particolari autonomie amministrative in funzione antiespansionistica nei riguardi di Bologna, per essere infine soggetta allo Stato della Chiesa fino all' Unità d'Italia. Sono presenti e fanno base nel castello di Medicina, a più riprese, Lotario III, Cristiano di Magonza, Enrico VI e Federico II. E' tuttavia con Federico I, il Barbarossa, che Medicina viene, con diploma imperiale del 1155, riconfermata come Comune libero e autonomo, ai fini fiscali, dalle ingerenze di Bologna e ne viene definito il vasto confine territoriale. Dal 1507 che la terra di Medicina trova una sua stabile definizione politica e amministrativa. I secoli XVII e XVIII vedono Medicina nel suo massimo sviluppo sociale, economico e culturale. Vi prosperano industrie, commercio, edilizia, arte e cultura. Nel periodo francese, repubblicano e napoleonico al Municipio di Medicina vengono aggregati il Comune di Castel Guelfo e il territorio di Sesto Imolese, che ritorneranno alle precedenti forme soltanto dopo la Restaurazione, anche se nel frattempo a Medicina verrà istituita la sede di un Governatorato. Sono numerosi i medicinesi che si distinguono nelle lotte per l' Unità d'Italia si citano in particolare i componenti della famiglia Simoni. Tra questi Ignazio, che fu uno dei Mille con Garibaldi a Marsala. Lungo l'ultimo quarto dell'Ottocento e i primi decenni del Novecento, l'intero territorio fu teatro di forti manifestazioni sindacali da parte di operai, contadini, braccianti e mondariso.

Da vedere

Palazzo Prandi - si trova nel Via Libertà, opera del tardo Settecento, appartenuto alla marchesa Zagnoni Hercolani. Presenta una distesa facciata a timpano e piramidi alla sommità, con belle sale interne decorate da pitture e da stucchi di Luigi Acquisti nella ricca galleria centrale.

Torre dell'Orologio - la parte bassa, fino alla cornice, venne costruita nel secolo XVI sull'angolo dell'antico Palazzo del Podestà. La parte alta, sopra la cornice, terminante con una merlatura alla "guelfa" intorno alla cella delle campane, è intervento dei primi decenni del Settecento. In seguito a tale aggiunta la torre subì un'inclinazione verso l'interno che rese necessario murare il primo arco di portico su cui appoggia.

Chiesa del Carmine - fu edificata ad iniziare dal 1696 su progetto dell'architetto Giuseppe Antonio Torri per volontà dei Padri Carmelitani del vicino convento. La "vecchia chiesa", che si trovava annessa al convento lungo la "Contrada di Mezzo", era ormai considerata inadeguata all'importanza della comunità carmelitana medicinese che aveva espresso, tra l'altro, quattro generali dell'Ordine.  La facciata, ultimata nella seconda metà del '700, è organizzata in un unico "ordine gigante" che ne accentua la maestosa elevazione. L'interno venne realizzato secondo il progetto del Torri ma con modifiche nelle misure delle finestre e nel disegno degli stucchi, secondo varianti ideate da Alfonso Torreggiani. Il percorso iconografico, leggibile dall'ingresso all'abside, è bene venga rispettato anche nella visita. Nelle prime due cappelle, a destra e a sinistra, sono collocate due pale entrambe di Ercole Graziani, di calda e intensa espressività, rispettivamente dedicate a S. Simone Stoch che riceve lo scapolare dalla Vergine e a S. Pietro Thoma, figure fondamentali del carmelo occidentale. Nel terzo altare di sinistra si vede la pala di Antonio Rossi, rappresentante La Vergine e S. Maria Maddalena de' Pazzi; nel corrispondente altare di destra era collocata soltanto una croce, richiamo della spiritualità della grande carmelitana fiorentina dell'altare di fronte. Ai lati dell'abside furono posti, nel 1788, due grandi quadri dell'imolese Angelo Gottarelli, uno Elia vede la bianca nuvola proveniente dal mare, l'altro Elia dormiente riceve il pane e l'acqua.

Palazzo Comunale - l’edificio, che oggi è residenza municipale, nasce nel sec.XVI come Convento dei padri Carmelitani. Ampliato e più volte rinnovato nel tempo, diventa sede del Comune nel 1804, in seguito alla soppressione degli ordini religiosi in epoca napoleonica. Della struttura originale restano conservati il porticato interno del chiostro, lo scalone, i corridoi superiori e il refettorio, trasformato in Sala del Consiglio. All’esterno il portico, in contenuto stile neobarocco, fu aperto nel 1925 e vi fu trasferito, sull’ingresso principale, il settecentesco portale scolpito in arenaria che prima ornava la facciata verso la chiesa. All’interno gli ambienti conservano diverse opere di interesse storico e artistico: mobili d’ufficio sei-settecenteschi, ritratti di uomini illustri e di benefattori ed alcune pregevoli pitture tra le quali sono da segnalare una crocifissione, copia sei-settecentesca da Guido Reni e, di particolare interesse nella Sala Consiliare, la grande tela di G.B. Gennari dove sono raffigurati, in alto, i santi patroni della Comunità e, in basso, l’imperatore Federico Barbarossa nell’atto di dettare i privilegi accordati al Comune di Medicina nel 1155, quando egli - con diploma - ne determino i confini.

Chiesa dell'Assunta - progettata dal Torreggiani intorno al 1748, la chiesa fu costruita negli anni successivi per conto dell’antica ed estesa Confraternita dell’Assunta, come sede più qualificata, in sostituzione dell’antica e modesta chiesa osta di fianco al convento dei Carmelitani ed oggi aperta come passaggio urbano, il cosiddetto Voltone. L’edificio è a pianta centrale, coronato da un armonico tiburio ottagonale con lanterna alla sommità ed ha affiancato uno svelto campanile. Il fronte della chiesa, a due ordini raccordati da larghe volute, presenta tre porte, un’ampia finestra e un timpano triangolare vivacizzato da croce e vasi fiammati. I volumi, serrati ma chiari, creano un gioco di composta dinamicità barocca. L’interno offre un largo respiro spaziale grazie alla vasta calotta semisferica della cupola poggiante su larghi piloni angolari, traforati da porte e coretti ingentiliti da stucchi del più puro “barocchetto” bolognese, proprio del migliore Torreggiani.

Chiesa Arcipretale di San Mamante - così come si presenta oggi, la costruzione è il risultato della completa ricostruzione dell’antica chiesa plebana tre-quattrocentesca, avvenuta tra il 1735 e il 1740 ad opera dell’architetto bolognese Giuseppe Antonio Ambrosi. All’esterno appare come una ampia struttura barocca a croce latina, preceduta da una vivace facciata, caratterizzata da volute a “Molla” laterali e timpano arrotondato, e culminante, all’incrocio dei bracci, con un tiburio ellittico a lanterna. Il ricco gioco di colonne libere, nella parte centrale e nel presbiterio, e l’elegante decorazione a stucchi opera di A. Callegari, creano un ambiente di forte effetto spaziale e scenografico, diretto a fare convergere l’attenzione sulla centralità dell’altare. Le opere pittoriche e scultoree custodite presso le varie cappelle oltre a costituire un patrimonio d’arte di notevole rilevanza documentano attraverso i secoli fede, storia e susseguirsi delle vicende umane di una comunità.

Porticone - la costruzione, a 13 archi, voluta dal Comune alla fine del settecento fu eseguita su progetto di Angelo Venturoli e doveva costituire il primo intervento di una serie di costruzioni porticate che completassero fino al termine il tratto non ancora costruito della strada: un vero e proprio piano urbanistico, in cui era stato pensato anche il nuovo Ospedale; piano che non ebbe poi completamento né la prevista continuità, fino alla Chiesa dell’Osservanza, a causa dell’avvento dei francesi.

Ansaldo Poggi - è oggi universalmente considerato uno dei maggiori liutai del nostro secolo e i suoi strumenti sono ricercati e suonati da grandi personalità solistiche e concertistiche del mondo.
E' nato a Villa Fontana di Medicina il 9 giugno 1893, in una modesta famiglia composta dal padre Ugo Poggi, fabbro carrozzaio, dalla madre Maria Ubaldini, insegnante elementare, e da tre fratelli di poco più grandi, a cui se ne sarebbero aggiunti presto altri quattro. Il primo violino costruito da Poggi risale verosimilmente al 1911, tuttavia la sua formazione professionale inizia solo nel 1920, dopo essere entrato in contatto con il maestro Giuseppe Fiorini, che lo accolse a Zurigo nella sua bottega. L'intera produzione di Poggi conta poco più di 400 strumenti ed è costituita in gran prevalenza da violini e da alcune decine di viole e violoncelli.

Come arrivare

In auto: Strada statale 253 San Vitale, il capoluogo è servito da una rete di strade provinciali che hanno origine e convergono proprio presso il centro di Medicina: la Strada provinciale 19 San Carlo a 7 chilometri dalla quale c'è il casello autostradale dell' A14; la S.P. 3 "Trasversale di Pianura" che collega Medicina a San Giovanni in Persiceto, all'Interporto di Bologna nord e al casello dell' A13; la S.P. 29 che collega Medicina con la Bassa medicinese e la zona ferrarese di Argenta sulla S.S.16; la S.P. 51, che unisce Medicina con Castel Guelfo, il territorio nord dell'imolese e il faentino.

In aereo: aeroporto di Bologna.

Tipologie