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Crespellano

E un comune dell'Emilia-Romagna, in provincia di Bologna, con 8.992 abitanti  e ha una superficie di 37,5 chilometri quadrati. Sorge a 64 metri sopra il livello del mare.

Storia

Dall'epoca romana, conclusasi con le devastanti invasioni barbariche di cui non abbiamo traccia, ma che certamente avranno coinvolto anche il nostro territorio, il filo della storia ricomincia a tessere nell'800 circa. Dopo la morte della contessa Matilde, famiglie feudali comandarono Pragatto e Crespellano, mentre Calcara dipendeva dall'Abbazia di Nonantola. Seguirono varie vicende. Dal 1157 al 1188 il Governo di Bologna sottomise pacificamente il territorio, come si trova confermato nell'ordinamento dato da Bologna al Contado nel 1223: Crespellano, Pragatto e Calcara vennero divise in tre distinte comunità. Successivamente e fino all'istituzione del Capitanato di Bazzano nel 1508, il Castello di Crespellano venne tante volte coinvolto nelle guerra tra Bologna e Modena e vide passare sul proprio territorio, con frequenti occupazioni, le truppe modenesi, i Guelfi, i Ghibellini,i Visconti, gli imperiali, truppe pontificie, mercenari con i vari Capitani di Ventura e i Bentivoglio. Queste gravi vicende, di volta in volta arrecarono danni al castello che subi' assedi, saccheggi e tragiche vendette con pesanti devastazioni nella campagne. Nel periodo moderno, invece, le principali fonti di interesse turistico sono le ville padronali e le relative cappelle che le famiglie della nobiltà bolognese hanno costruito nel corso di due secoli. Nel 1805 Napoleone disponeva l'ordinamento comunale e relative funzioni: sorgevano due comuni moderni con i relativi sindaci. Crespellano con Pragatto e Calcara con Sant'Almaso e S. Maria in Strada. Nel 1810 con un altro decreto avviene una riaggregazione di comuni e nacque in pratica il Comune di Crespellano quale con poche variazioni e' ancora oggi con Pragatto, Calcara, Sant'Almaso. Nel 1818 il Comune venne di nuovo smembrato e nel 1828 fu riaggregato definitivamente. Il Comune di Crespellano partecipò ai sacrifici e alle lotte legate all'Unità d'Italia e a quelle del secondo Risorgimento operato dalla Resistenza. Il nostro popolo ha sempre lottato per l'indipendenza e per la pace. Subi' sia la Prima che la Seconda Guerra Mondiale ma combatte' valorosamente contro l'occupazione nazista e la tirannia fascista. Nel 1915, quando una minoranza di interventisti, nelle cosiddette giornate del "Maggio radioso", impose l'entrata in guerra dell'Italia, da Crespellano come da tutta la Nazione i lavoratori e i contadini, ma non solo, risposero e, trasformati in soldati, fecero il loro dovere. Alla conclusione vittoriosa Crespellano conterà 128 giovani caduti, fra cui ricordiamo uno dei nostri più illustri figli, il poeta e letterato Adelmo Berozzi. Nella Seconda guerra mondiale e nella Resistenza i caduti, fra militari, partigiani e civili, furono 135. Da quarant'anni ogni mercoledì a Crespellano si svolge il mercato, sviluppatosi particolarmente nell'ultimo decennio.

Da vedere

Villa Pedrazzi e Oratorio di San Francesco - un'architettura dalle sobrie linee romaniche, con facciata a capanna, aperta dal portale ogivale e da un piccolo rosone e decorata da una teoria di archetti ciechi che percorre la sommità della facciata e il fianco destro dell'edificio. Adiacente all'oratorio si trova una struttura adibita originariamente a convento e successivamente trasformata in villa di campagna. In seguito alle spoliazioni napoleoniche, infatti, la proprietà, che apparteneva ai Frati Minori Francescani, fu acquistata dalla famiglia Garagnani, che procedette alla trasformazione dell'originaria sede conventuale in villa e mantenne l'oratorio aperto alla devozione dei crespellanesi.
Alla fine dell'Ottocento la proprietà fu acquistata dalla famiglia Pedrazzi, mentre ora, in seguito all'estinzione della stessa famiglia, appartiene alle Suore Minime dell'Addolorata di Bologna.

Villa Muratori Guerrini - la villa calcarese è l'unico edificio sicuramente progettato dall'architetto Angelo Venturoli, così come è documentato dal progetto datato 28 dicembre 1777. La struttura della villa, che ci appare come un edificio a corpo centrale e ali laterali disposte a ferro di cavallo, è stata probabilmente influenzata dalle strutture preesistenti; il corpo centrale è aperto da una loggia passante al pianterreno e sormontata da una serliana al piano nobile. Il prospetto sul parco presenta una porzione centrale sporgente, coronata da un frontone e scandita verticalmente da un ordine gigante di quattro semicolonne ioniche poggianti su plinti. Inserimenti di bugnato liscio movimentano la facciata al centro e agli angoli, mentre le ali laterali sono ritmate da finestre sormontate in modo alternato da piccoli frontoni centinati e triangolari al piano nobile, semplicemente architravate al pianterreno.

Villa Melotti-Ferri - affascinante brano di architettura primo-novecentesca, sorge sul fondo denominato "Cà Basse" appartenuto sino all'età napoleonica ai padri di Santa Maria della Carità di Bologna e in seguito alla soppressione degli ordini religiosi acquistato da Domenico Ferri. L'edificio si presenta come un corpo articolato in tre piani, coperto da tetto a spioventi e coronato da una torretta. Alla stessa provenienza sono da ricondurre le maioliche dei tre stemmi in facciata: quello dei Ferri, dei Melotti e quello dei Taussig de Bedonia, la famiglia della moglie di Raffaele Melotti-Ferri. Attualmente la villa è proprietà della famiglia Spada.

Villa Turrini-Rossi - la villa fu edificata verso la fine del Settecento come luogo di ozio del proprietario, così come rivela l'iscrizione che corre lungo l'architrave della facciata. L'edificio racchiude in sé una triplice funzione: quella, già vista, di sede di ozi intellettuali, la funzione di rappresentanza, nonché, come le altre ville della campagna bolognese, il ruolo di centro direzionale delle attività agricole svolte nei poderi di proprietà. Si può comunque dire che la facciata che venne sovrapposta al prospetto originario presenta evidenti riferimenti neoclassici. L'edificio è preceduto da un lungo viale di tigli e immerso in un parco rigoglioso in cui ancora si trovano i locali di servizio e la ghiacciaia.

Palazzo Stella - le sue origini sono sicuramente più antiche, probabilmente cinquecentesche, mentre la trasformazione dovette avvenire in epoca tardo settecentesca. L'edificio è inserito nel podere circostante e in un parco romantico, che vanta la presenza di pregiate specie arboree, molte delle quali plurisecolari. Nel parco, oltre alla settecentesca cappella dedicata a Sant'Anna, si trovano i locali di servizio, tra cui la scuderia, ancora dotata degli arredi originari, la suggestiva lavanderia, in perfetto stato di conservazione, così come lo sono la bellissima ghiacciaia a volta e le fagianiere.

Torre Cattanei-Villa Stagni - posta in cima a un colle, in splendida posizione panoramica che insieme rivela le originarie funzioni difensive dell'edificio, le sue origini sembrano essere ben documentate: così come attesta un'iscrizione murata in facciata, esso fu costruito nel 1474 da Eliseo Cattanei. Stando a questi dati, la Torre Cattanei si qualifica come una delle più antiche dimore del Comune di Crespellano. Furono colmati di terra i fossati esterni, evidentemente non più confacenti alle esigenze dell'epoca e, come sembrano testimoniare i disegni settecenteschi dell'Oretti, fu demolito il corpo centrale dell'antica struttura, al posto del quale venne ricavata una corte con pozzo e costruito un nuovo edificio in stile neogotico. Poco distante dalla villa si trova l'oratorio di San Michele Arcangelo, che un tempo ebbe la funzione di parrocchia.

Palazzo Garagnani - posto nel cuore dell'abitato di Crespellano, da numerosi autori è ritenuto, in origine, villa di delizie della famiglia Bentivoglio. La struttura, che nel corso dei secoli ha subito vari interventi di trasformazione, nonché pesanti danni a causa dei bombardamenti dell'ultima guerra, nel 1813 è stata acquistata dalla famiglia Garagnani. Internamente il palazzo vede la presenza di una loggia passante al pianterreno che smista i percorsi verso ambienti laterali, nonché di un bello scalone settecentesco a doppia rampa con statue allegoriche sulla balaustra.

Chiesa parrocchiale di San Savino Vescovo e Martire - nell'ubicazione attuale, di fronte a Palazzo Garagnani, è documentata dal disegno tratto dal vero dal matematico e cosmografo domenicano Egnazio Danti nel 1578. Vi è un campanile alto 60 piedi, con due campane. Internamente si trovano: sull'altar maggiore una pala con la Madonna tra i Santi Savino e Antonio Abate; lungo la navata, dalla parte del Vangelo, l'altare di Santa Apollonia, presso il quale vi è la sepoltura della famiglia Lenzarini proprietaria dell'altare, con l'immagine della Santa tra S. Petronio e S. Antonio e l'altare del Crocifisso. In tempi più vicini a noi la chiesa e la canonica sono state interessate da lavori ai coperti di entrambe le strutture e, recentemente, è stata ampliata la capienza della chiesa spostando la sagrestia e trasformando lo spazio che prima occupava nell'ala laterale al fianco destro (guardando l'altare) dell'altare maggiore.

Chiesa parrocchiale di San Nicolo' - ha origini molto antiche. Di esse rimane testimonianza, oltre che dai documenti noti, grazie alle porzioni murarie già visibili fra la canonica e la nuova chiesa e, per quanto riguarda il campanile, messe in luce dai restauri promossi dall'attuale Parroco.

Chiesa parrocchiale di Santa Maria Nascente Pragatto - non ci sono notizie certe riguardanti l'origine della chiesa parrocchiale di Pragatto, anche se sicuramente si tratta di un edificio molto antico, per lo meno anteriore alla metà del XII secolo. L'edificio, internamente uno dei più belli del nostro territorio, si presenta come uno spazio a navata unica con cappelle laterali. La zona presbiteriale è caratterizzata dalla presenza di quattro colonne libere, delle quali due a sostegno dell'arcone che introduce al presbiterio e due sul fondo. Le cappelle laterali sono ritmate dai confessionali lignei, incassati nelle porzioni murarie tra le cappelle stesse. Il campanile, come si è visto, a fine Seicento presentava una guglia piramidale: a quell'epoca era stato da poco ricostruito.

Chiesa di San Francesco Confortino - assieme all'oratorio di villa Pedrazzi, testimonia in modo significativo la diffusione del culto del Santo di Assisi nelle nostre campagne durante il XIII secolo. Mentre oggi la struttura conventuale appare assai modificata, la chiesa mantiene ben riconoscibile la sua facies tardo duecentesca: si presenta come un edificio assai sobrio, in laterizio, con facciata a capanna aperta da un portale ogivale profilato da mattoni, da una cornice ornata da un motivo "a punta di diamante" e sormontato da un finto protiro. Lungo il lato meridionale si aprono due grandi finestre ogivali mentre il lato settentrionale ne vede una sola. Danneggiata durante l'ultima guerra, le pareti della chiesa mostrano i segni di aperture tamponate e interventi di reintegro. Internamente lo spazio si apre in un'unica navata, coperta da un tetto a capriate lignee, culminante in fondo nell'abside a pianta rettangolare. Oltre l'altare maggiore si trova un'immagine, purtroppo non più ben leggibile, rappresentante una Sacra Conversazione.

Come arrivare

In treno: e' raggiungibile anche con la ferrovia suburbana Bologna - Vignola.

In aereo: Aeroporto di Bologna.

In auto: A1, prendere l'uscita di Bologna.

Tipologie